I girasoli non sono solamente una serie di dipinti ad olio su tela realizzati tra il 1888 e il 1889 dal mitico pittore Vincent van Gogh, ma anche e soprattutto una pianta annuale originaria del Sudamerica che colora di un giallo intenso molti terreni agricoli dell’Italia.
Appartenente alla famiglia Asteraceae, il girasole comune (Helianthus annuus) è una pianta che da molti secoli viene coltivata nel nostro paese per la produzione dell’olio di semi di girasole molto utilizzato nel mercato europeo e non solo.
I primi che importarono questa coltura in europa furono i conquistadores spagnoli che entrarono in contatto con la pianta attraverso le esplorazioni del nuovo mondo.
I girasoli infatti venivano ampiamente coltivati dalle popolazioni precolombiane del centro e sud america ben prima dell’arrivo degli europei.
In Europa il mercato dell’olio di girasole è in netto aumento, tuttavia è un mercato ancora poco sfruttato dall’imprenditoria italiana infatti molto dell’olio consumato in Italia arriva dall’estero.
Con questo articolo, voglio esplorare il settore e offrire all’imprenditore italiano lo spunto per un’eventuale avvio di una coltivazione di girasoli che possa essere profittevole nel tempo.
Girasole comune: cenni generali
Il nome generico (Helianthus) deriva da due parole greche ”helios” (= sole) e ”anthos” (= fiore) in riferimento alla tendenza di questa pianta a girare sempre il bocciolo verso il sole.
Questa caratteristica che ha reso famoso il girasole in tutto il mondo è specifica della pianta prima della fioritura, il suo girare verso il sole infatti si ferma a maturità quando il fiore maturo smette di girare per essere sempre rivolto verso est.
Questo comportamento è noto come eliotropismo.
Il nome specifico (annuus) indica invece il tipo di ciclo biologico (annuale).
Se il nome scientifico rispetta questa sua peculiare caratteristica, il nome comune italiano non è da meno indicando chiaramente la sua attività di rivolgersi verso il sole.
Il termine “girasole” è tuttavia usato anche per indicare le altre piante appartenenti al genere “Helianthus”, molte delle quali sono perenni.
Il girasole è caratterizzato da un alto fusto che può raggiungere i 2 metri di altezza con foglie larghe e la caratteristica corona gialla che in realtà non è un singolo fiore come potrebbe sembrare, ma piuttosto un capolino, cioè un’infiorescenza formata da un insieme di piccoli fiori.
Il capolino per ogni pianta generalmente è unico; se presenti altri capolini (eventualmente pochi, al massimo fino a 9), quelli laterali sono più piccoli.
Quando i fiori del disco maturano, diventano semi. Tuttavia ciò che è comunemente chiamato seme è in realtà il frutto (un achenio) della pianta, con i veri semi dai colori e dimensioni diverse.
I semi di girasole vengono consumati decorticati e tostati, spesso salati come snack, specialmente in Cina, Stati Uniti ed Europa.
Possono essere utilizzati per insalate o se ne può estrarre il caratteristico olio che in Italia viene usato soprattutto per la frittura.
Sono disponibili varietà ad alto tenore di acido oleico che non si discostano troppo dalla composizione dell’olio di oliva.
I semi sono anche impiegati come mangime per uccelli e roditori.
Se ne può estrarre anche olio per motori, usato per produrre biodiesel, più economico di altri carburanti.
I residui della spremitura sono impiegati come mangime per il bestiame. I girasoli producono del lattice, oggetto di esperimenti volti a utilizzarli come fonti alternative di gomma ipoallergenica.
Conviene coltivare girasoli in Italia
La richiesta di girasole esercitata dal mercato è in netto aumento, ma la superficie nel nostro paese è in calo e arriva ad appena 90.000 ettari.
In Italia, nel solo 2015 il consumo di olio di girasole è aumentato del 184%, salendo a 587 milioni di litri, ma il 70% viene ancora importato dall’estero perché la produzione italiana non riesce a sostenere la richiesta.
Questa contraddizione italiana è dovuta al fatto che questo tipo di coltivazione non è appetibile agli agricoltori in quanto i guadagni non sono sempre assicurati perché strettamente legati alla qualità della stessa.
Ci sono dei sementi selezionati infatti che garantiscono una produzione maggiore e di alta qualità che permette un ritorno economico maggiore.
Considerando che la spesa di coltivazione di girasoli è di circa 770 euro/ha, il limite di convenienza del girasole è garantito su una resa minima di 2,1 tonnellate per ettaro, resa che è possibile raggiungere solamente puntando sugli ibridi di nuova generazione che garantiscono una produzione superiore alle 3 tonnellate ettaro.
La coltivazione diventa redditizia ove le condizioni di lavoro dei terreni e la sua estensione possa ammortizzare il costo delle attrezzature.
Con la nuova Pac il girasole, per il centro Italia, gode di un aiuto ulteriore di 60 euro/ha.
Se da un lato abbassiamo il costo di coltivazione di almeno 100 euro/ha se si applica la minima lavorazione al posto delle tradizionali arature ed erpicate e se il prezzo del girasole si assesta ad una cifra superiore agli 260-280 euro/ton, le prospettive per il futuro rimangono positive.
Certamente, prima della semina e dell’acquisto dei sementi, conviene fare una ricerca di mercato per l’anno in corso.
Qui sotto l’esperienza di un imprenditore italiano sulla coltivazione dei girasoli:
[video_player type=”youtube” style=”1″ dimensions=”560×315″ width=”560″ height=”315″ align=”center” margin_top=”0″ margin_bottom=”20″ ipad_color=”black”]aHR0cHM6Ly93d3cueW91dHViZS5jb20vd2F0Y2g/dj1sNVd1SUJCeGhPOA==[/video_player]
Come avviare una coltivazione di girasoli in Italia
Come ci suggerisce il nome stesso, per crescere bene il girasole necessita di molto sole.
Cresce meglio in terreni fertili, umidi, ben irrigati.
I semi devono essere interrati ad interfile di 45 cm con una densità di circa 8-9 piante per metro quadrato e a 2,5 cm di profondità.
Sopporta molto meglio di altre specie, a ciclo primaverile/estivo, limitate carenze idriche.
Da coloro che non intendono coltivarlo, il girasole è considerato una pianta infestante: le varietà selvatiche crescono indesiderate nei campi di mais, soia e fagioli e possono avere effetti negativi sul raccolto.
Recentemente sono state selezionate alcune varietà di girasole con il capolino rivolto verso il basso.
Queste varietà sono meno ricercate dai giardinieri come piante ornamentali, bensì preferite dai coltivatori in quanto riducono il danno provocato da uccelli e da alcune malattie delle piante.
Esistono anche varietà transgeniche di girasole, più resistenti ad alcune malattie.
Strategie di crescita di un’azienda agricola
Da ormai cinque anni offro consigli gratuiti agli imprenditori agricoli italiani in termini di strategie imprenditoriali per crescere in maniera sostenibile.
I segreti del successo per un’azienda agricola sono quelli di puntare sulla qualità, sulla diversificazione delle entrate e soprattutto sulla vendita diretta.
Le immagini di imprenditori agricoli che tirano il raccolto perché schiacciati dai prezzi della grande distribuzione deve far riflettere, la situazione degli allevatori delle mucche da latte pure, ad oggi le produzioni agricole italiane che funzionano sono quelle di nicchia.
Ecco allora la crescita dei produttori di vino, di miele biologico e erbe officinali che stanno occupando nicchie sempre più grandi che rafforzano il potere dell’imprenditore perché ha dei prodotti vendibili al cliente finale.
Nel caso del girasole, io consiglio di trasformare parte del raccolto ad un prodotto finito vendibile come ad esempio la cioccolata spalmabile senza olio di palma.
Le grandi aziende italiane offrono un prodotto scadente dal punto di vista ambientale e nutrizionale (creme alla nocciola che non sono altro che zucchero e olio di palma dannosi per la salute), la piccola azienda agricola deve fare l’opposto ed ecco puntare su un prodotto proprio fatto con il proprio olio di semi di girasole.
Da qui poi iniziare una campagna di comunicazione professionale come pochi fanno in Italia, gli imprenditori si fermano alla superficie del business, pochi scavano a fondo in un progetto comunicativo professionale e continuativo nel tempo.
Se cerchi info al riguardo, leggi Azienda Agricola 2.0, non te ne pentirai.
Coltivare girasoli: conclusioni
Se vuoi coltivare girasoli in Italia puoi farlo con profitto, ma non fare come fanno quasi tutti e cioè fermarti alla produzione e alla vendita all’ingrosso.
L’imprenditore agricolo di successo è una figura multidisciplinare che deve sapersi muovere con agilità e professionalità tra i vari settori dell’azienda, la comunicazione e il contatto diretto con i clienti è una parte fondamentale del lavoro di oggi.
Non mi resta che augurarti un caloroso in bocca al lupo per tutto.
Alessandro
Mi interessa la cultura del girasole