Come aprire un centro culturale: iter burocratico e idee di finanziamento

Un centro culturale è un ente che mira a promuovere la cultura tra gli associati e altre persone di una comunità senza avere scopi di lucro.

Non sempre chi decide di aprire un’azienda deve per forza inseguire il mero profitto, sono sempre di più infatti le persone che decidono di investire il proprio tempo e denaro nella creazione di un’associazione di volontariato.

In Italia esistono diversi tipi di associazione, tutte con normative diverse, ma con molti punti in comune. A seconda dello scopo dei fondatori, l’associazione assumerà una denominazione rispetto ad un’altra.

Chi vuole aprire un centro culturale, dovrà rifarsi alla normativa che regola le associazioni di promozione sociale.

Un’associazione culturale infatti ricade all’interno delle associazioni di promozione sociale perché di fatto un centro culturale offre l’opportunità di svolgere attività sociali in diversi ambiti come il cinema, lo spettacolo, l’arte, la cultura, educazione civica, eccetera.

Con lo scopo di contribuire allo sviluppo culturale della città/quartiere/ecc, l’associazione è stimolata ad organizzare corsi, convegni, proiezioni, iniziative, e tutto quello che si rivolge al raggiungimento dello scopo dell’associazione.

Aprire un centro culturale può rivelarsi un’idea vincente per chi vuole promuovere la socializzazione tra persone con interessi affini creando sinergie, opportunità di collaborazione e gratificazioni personali.

Come aprire un centro/associazione culturale

aprire un centro culturalePer costituire e aprire una associazione culturale è necessario seguire la normale procedura per costituire qualsiasi associazione:

  • riunire almeno 3 soci fondatori che copriranno le tre cariche ufficiali quali presidente, tesoriere e segretario;
  • redigere atto costitutivo e statuto dell’associazione;
  • registrare l’associazione presso l’ufficio dell’agenzia delle entrate che rilascerà codice fiscale dell’associazione.

Dal momento della registrazione l’associazione può iniziare la sua attività di promozione culturale.

La richiesta del codice fiscale avviene a seguito della compilazione del modulo AA5/6 .

Dopo aver ottenuto il codice fiscale, si passa alla registrazione dell’atto e dello statuto sempre presso la sede territoriale dell’Agenzia delle Entrate compilando  adeguatamente il modello 69, da presentare insieme a due originali dell’atto dell’associazione, una marca da bollo da 16 euro ogni 4 facciate dello statuto e il modello di pagamento F23 che attesta il pagamento dell’imposta di registro da versare pari a 200 euro.

Il rispetto di questa procedura per aprire un’associazione culturale permetterà di godere delle agevolazioni fiscali previste per gli enti no profit e di tutelare i soci e il nome dell’associazione.

Una volta registrata l’associazione, i fondatori possono decidere o meno di aprire una partita iva associata alla stessa. La partita Iva serve solamente alle associazioni che vogliono organizzare delle attività commerciali rivolte al sostentamento dell’associazione.

Il modello Eas è lo strumento usato per comunicare i dati all’Agenzia delle Entrate e deve essere presentato entro 60 giorni dalla costituzione dell’associazione. Il modello si può inviare in via telematica.

Come finanziare un centro culturale

Nonostante il centro/associazione culturale è un ente no profit con tutti i limiti e i vantaggi che ne consegue, il concetto di non profit si riferisce esclusivamente all’obbligo di non dividere i profitti ai soci, mentre rimane intatta la possibilità di organizzare attività che generi profitti che verranno utilizzati esclusivamente per lo svolgimento delle attività di promozione culturale del centro.

I contribuiti economici che l’associazione riceve per la cessione di beni o la prestazione di servizi devono però essere spesi nelle attività istituzionali adeguatamente riportate in bilancio societario.

Tutte le associazioni di promozione sociale, ivi compresa quelle culturali, hanno la possibilità di assumere dipendenti, collaboratori, ecc. che verranno impiegati nel normale funzionamento del centro.

Non solo esterni, anche soci fondatori con e senza carica potranno svolgere attività che verranno retribuite secondo la normativa vigente con determinati limiti.

Ad esempio il presidente non può ricevere un compenso per il semplice fatto di essere il presidente, ma se, ad esempio, organizza un viaggio e lui è l’accompagnatore, o se organizza un corso nel quale lui è l’insegnante.

Ed è proprio attraverso l’organizzazione di questo tipo di attività quali viaggi culturali, corsi di formazione, eccetera che il centro culturale troverà il suo normale sbocco economico dove ottenere fondi per la crescita dell’associazione.

I soci inoltre saranno tenuti a versare una quota associativa annuale.

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