La Guida Alpina è l’unico professionista della montagna ai sensi della legge 6/1989 che ha la piena esclusività nell’accompagnamento a pagamento di persone in ascensioni su roccia, neve e ghiaccio e con gli sci fuori dalle piste battute.
Alpinismo classico in alta montagna, arrampicata su roccia, cascate di ghiaccio, scialpinismo, freeride, ciaspolate e canyoning sono le attività principali svolte dalle guide alpine nell’esercizio della loro professione. Se inizi a farti questa domanda ti devo scoraggiare. Stai andando incontro ad un percorso difficile, impegnativo, la maggior parte delle persone che lo fanno devono poi desistere.
Iter formativo per diventare Guida Alpina
L’iter formativo che porta al titolo di Guida alpina comincia con un corso della durata di circa 2 anni che, previo superamento di un esame, consegna il titolo di Aspirante Guida alpina. Il percorso di studi non è affatto facile e richiede di partenza competenze e capacità già di buon livello.
Per questo sono ammessi ai corsi per Aspiranti Guida solo coloro che superano le prove di selezione. Al candidato sono richieste preparazione tecnica e fisica adeguate, esperienza in scialpinismo, in arrampicata su roccia, neve, ghiaccio e terreno misto.
La formazione per diventare guida alpina prevede due gradi. Il primo passo è l’ottenimento della qualifica di Aspirante Guida. Il percorso formativo che porta al raggiungimento di tale titolo rappresenta circa il 90% dell’iter formativo completo che porta al conseguimento dell’abilitazione all’esercizio della professione di guida alpina
Quali sono i prerequisiti per le selezioni
Di per sé il livello delle selezioni non è difficile:
- Un appassionato di arrampicata libera vi dirà che il 6b+ è un livello che si raggiunge facilmente;
- Un appassionato di cascate di ghiaccio che vive in montagna vi dirà che le cascate, tra tutte le discipline è quella più facile sebbene serve praticarla frequentemente;
- Un appassionato di sci sa che il livello chiesto di sci alpinismo è veramente basso, ma serve praticare regolarmente;
- Un’alpinista esperto sa che il livello di alpinismo su ghiaccio e misto non è nulla di che e fermo a quello degli anni 60.
Diventare guida alpina presuppone raggiungere un buon livello in tutte le discipline. Non è richiesta l’eccellenza, come ad esempio nelle selezioni da maestro di sci, per cui se non si ha sciato fin da bambini a livello agonistico è quasi impossibile passare i test per diventare istruttore. È richiesto però, in base ai punti di vista, un buon o ottimo livello.
Aspirante Guida – un passaggio intermedio
La formazione per diventare guida alpina prevede due gradi. Il primo passo è l’ottenimento della qualifica di Aspirante Guida. Il percorso formativo che porta al raggiungimento di tale titolo rappresenta circa il 90% dell’iter formativo completo che porta al conseguimento dell’abilitazione all’esercizio della professione di guida alpina.
All’Aspirante Guida non è consentito accompagnare in ascensioni di maggiore impegno, definite dalle leggi regionali con riguardo alle caratteristiche delle zone montuose. Questo divieto non sussiste se l’aspirante guida fa parte di comitive condotte da una guida alpina-maestro di alpinismo.
L’Aspirante Guida può esercitare l’insegnamento sistematico delle tecniche alpinistiche, vie ferrate e sci-alpinistiche solo nell’ambito di una scuola di alpinismo o sci-alpinismo.
L’Aspirante guida è una figura professionale iscritta nell’albo dei collegi regionali e provinciali ed è riconosciuta in alcuni paesi europei.
Norme e leggi per regolare la professione
La legge 6/1989 indica che le Guide Alpine hanno la piena esclusività nell’accompagnamento a pagamento di persone in ascensione su roccia, neve e ghiaccio, sci alpinismo ecc. Fanno parte di questa lista anche attività meno conosciute come il freeride, ciaspolate, canyoning e le vie ferrate. Val la pena sottolineare che l’esclusività si limita all’accompagnamento a pagamento. Infatti il CAI (Club Alpino Italiano) organizza uscite di gruppo dove i propri soci volontari che hanno partecipato a corsi propedeutici accompagnano persone in ambiente montano con caratteristiche simili a ciò che avverrebbe con una guida alpina ma lo fanno in forma gratuita.
Per avere il brevetto di Guida Alpina si deve sostenere un corso che prevede 95 giorni di formazione, inclusi esami. Il corso è distribuito in un anno e mezzo e quindi prevede un’elevata concentrazione delle attività che richiede forte motivazione e preparazione atletica. Il corso viene generalmente organizzato ogni 2 anni e si deve contattare uno dei 14 collegi delle guide alpine presenti in Italia. Frequentare questo corso, al lordo di tutte le spese per materiali e trasferte, ha un costo complessivo di circa 20.000 Euro.
Guide Alpine indipendenti o Società di Guide Alpine
Chi oggi possiede il brevetto di Guida Alpina si trova a dover fare una prima scelta professionale: unirsi a una Società di Guide Alpine o procedere in autonomia. Un primo discriminante per questa scelte è la disponibilità di tempo che si dedicherà a questa professione nonché alla flessibilità. Chi desidera essere una guida part-time potrà unirsi a una Società di Guide che unisce diversa figure professionali e organizza il lavoro man mano che arrivano richieste dai clienti.
Esistono società che sono radicate nell’immaginario montano come figure quasi mitologiche: le Guide di Courmayeur, di Grassoney, di Macugnaga, di Cortina e così via. Gruppi di Guide Alpine che hanno fatto la storia dell’alpinismo e dell’accompagnamento in montagna. A fianco di questi “mostri sacri” della montagna esistono Società di Guide recenti che si sono sviluppate in aree storicamente meno battute: ad esempio in Appennino o nelle Alpi Apuane. Per chi decidesse di mettersi in proprio, oltre gli evidenti adempimenti tipici di un’apertura attività professionale (apertura, partita iva, tenuta conti ecc), si dovrà tenere in considerazione lo sforzo di promozione e marketing che poggerà completamente sulle proprie spalle senza poter contare su un’organizzazione di cui si fa parte. A ognuno il suo modo di interpretare la professione mettendo tuttavia la sicurezza sempre al primo posto.