Gli imprenditori agricoli o gli aspiranti tali devono necessariamente far fronte alle nuove richieste della clientela che sempre più è alla ricerca di prodotti agricoli sostenibili e tracciabili.
Se vuoi aprire un’azienda agricola, devi sapere che la qualità paga sempre e l’allevamento estensivo è un’ottima strategia per differenziarsi dalla concorrenza e ritagliarsi la propria fetta di mercato.
Per allevamento estensivo si intende essenzialmente il creare tutte le condizioni affinché gli animali possano beneficiare di condizioni di vita quanto più simili possibili a quelle di cui usufruirebbero senza un eccessivo intervento dell’uomo, in particolar modo partendo dal pascolo libero e senza costringerli in spazi ristretti allo scopo di monitorarli con maggiore facilità e potenziarne la crescita.
Lo sguardo dell’uomo resta comunque un elemento fondamentale e determinante.
Caratteristiche dell’allevamento estensivo
Nonostante infatti vengano ricreate le condizioni affinché il gruppo di animali non si ritrovi a vivere allo stato brado, gli allevatori si organizzano delimitando le zone di pascolo, dividendo le femmine e i cuccioli dai maschi adulti, integrando la loro alimentazione, specie in alcuni periodi dell’anno, con mangimi specifici per assicurare un apporto nutritivo alla loro più sana e corretta crescita. Inoltre sono fissate, con cadenza programmata, i necessari controlli veterinari e sanitari.
Tale modalità di allevamento però, nonostante possa apparire la scelta più giusta in termini di rispetto nei confronti degli animali, può presentare una serie di criticità che vanno esaminate con attenzione per poter stabilirne vantaggi e svantaggi, anche in riferimento alle diverse zone ove l’allevamento è posizionato. Tale analisi è infatti suscettibile di una serie di variabili che possono modificare l’equilibrio tra vantaggi e svantaggi, sia per l’uomo, sia per il bestiame stesso.
Se infatti nell’immaginario collettivo è probabilmente più rassicurante l’idea del pascolo libero tra verdeggianti colline e il contatto diretto con la natura, senza le ombre degli allevamenti intensivi, è altrettanto vero che ogni scelta di allevamento presenta responsabilità e criticità di cui bisogna tener conto.
I vantaggi dell’allevamento estensivo
Il rispetto per il mondo animale ci avvicina sempre più a riflessioni sull’importanza di garantire agli stessi una qualità di vita osservando regole specifiche nel rispetto delle sue esigenze e della sua natura.
Un argomento a cui è sensibile la maggior parte della popolazione e non solo di quanti escludono dal proprio regime alimentare carni e prodotti di origine animale.
Anche nella prospettiva di un allevamento destinato alla macellazione, è diventato sempre più importante per il consumatore, poter pensare che l’animale, nel corso della propria esistenza, abbia potuto beneficare di interventi da parte dell’uomo limitati al monitoraggio e alla creazione di tutti i presupposti per garantire allo stesso il maggior benessere possibile, nel rispetto della sua natura e delle sue esigenze. Stesso discorso anche per quanto riguarda prodotti quali latte (e derivati) e uova.
Per l’allevatore questa non è una scelta semplice, ma in taluni casi si tratta di una condizione naturale, legata ad antiche tradizioni, specie in determinate zone geografiche e che nel tempo hanno subito ammodernamenti semplicemente in termini sanitari e di una maggiore conoscenza dell’animale e del territorio stesso, grazie anche all’intervento e al monitoraggio di consorzi e associazioni di settore.
Tra i principali vantaggi dell’allevamento estensivo, vi è sicuramente l’attenzione che i consumatori, specie negli ultimi anni, rivolgono alla scelta del prodotto: gli animali cresciuti liberi crescono più lentamente e crescono meno, la loro carne sono ben irrorate di sangue e vi è una percentuale più alta di grassi insaturi. Inoltre si tratta mediamente di una carne spesso più a tenera e comunque più gradevole al palato.
A ciò va aggiunta la leggerezza con la quale il consumatore si relaziona al prodotto quando sa che l’animale ha vissuto bene, in un ambiente naturale e con tutte le attenzioni necessarie da parte dell’uomo.
Gli svantaggi dell’allevamento estensivo
Va certamente tenuto conto che, per gli allevamenti estensivi, i costi di gestione sono decisamente più alti rispetto alle spese relative agli allevamenti intensivi, nonostante in molti pensino il contrario, proprio perché l’idea della mandria libera crea l’illusione di una minore responsabilità da parte dell’uomo.
Tale differenza viene e crearsi per una serie di fattori che potremmo sintetizzare così:
La distribuzione del bestiame su spazi molto ampi può rendere più complesso il monitoraggio da parte del personale veterinario e assoggettare gli animali a diverse problematiche, quali ad esempio la presenza di parassiti sul loro manto e la diffusioni di patologie per le quali si rendono indispensabili cicliche operazioni di vaccinazioni e sverminazione.
Interventi così attenti e mirati da parte del medico veterinario e del personale sanitario addetto, hanno inevitabilmente ripercussioni importanti sui costi complessivi.
Inoltre, la crescita all’aperto del bestiame, aumenta il rischio che gli stessi vengano a contatto con animali selvatici, il che potrebbe causare o la diffusione di malattie o, nel caso di animali selvatici con istinti predatori, di un’importante minaccia soprattutto nei confronti di suini e vitelli o comunque dei soggetti più deboli della mandria.
Se il monitoraggio su spazi ampi è più complesso e di conseguenza più costoso, va tenuto conto anche della difficoltà di gestione di attività apparentemente semplici, quali ad esempio le operazioni di mungitura, che vanno effettuate raggiungendo ogni volta i singoli elementi del gruppo, che ovviamente si distribuiscono senza prevedibilità sulle aree messe a loro disposizione.
Inoltre è un errore pensare che l’allevamento all’aperto esoneri dal creare strutture dedicate al bestiame: va infatti considerata la necessità, per un allevamento in regola, di possedere locali specifici, anche per la loro messa in sicurezza, oltre che per l’eventuale ricovero degli stessi.
Si valuta che per l’allevamento estensivo, i prodotti che finiscono sulle nostre tavole, abbiano un costo superiore del 20% o addirittura del 30%. Aumento giustificato, per l’appunto, da costi di gestione più importanti rispetto agli allevamenti intensivi.
Perché l’allevamento estensivo si sta diffondendo sempre di più
In Italia, per quanto riguarda i prodotti derivanti da allevamenti estensivi, la domanda è di molto superiore all’offerta, costringendoci ad acquistare tali prodotti dall’estero.
Va comunque sottolineato che nel nostro paese, estensivo-intensivo si fondono spesso tra loro, poiché il bestiame vive un’alternanza delle due modalità di allevamento, in base alla fascia d’età dell’animale, restando libero per i primi dieci mesi e venendo destinato successivamente al chiuso, per un monitoraggio più agevole e per potenziarne la crescita.
Ad oggi, l’allevamento estensivo raggiunge circa il 30% della produzione nazionale.
Ciò dipende soprattutto (oltre che dalla necessità di molti allevatori di ridurre i costi) dalla rarità di appezzamenti tanto estesi, come in altri territori del mondo, da poter ospitare grossi pascoli. Inoltre, il clima italiano, specie nelle regioni del sud, non garantisce prati rigogliosi come ad esempio quelli del Nord Europa.