Sei un giovane imprenditore agricolo?
Hai la tua attività o vuoi avviarne una?
Non sai quali attività implementare nel tuo terreno?
Su Aprire Azienda trovi questi e molti altri consigli per te che hai deciso di vivere la tua vita all’aria aperta.
Nello specifico di questo articolo, parleremo di come avviare un allevamento di bovini.
Questa è un’idea imprenditoriale difficile da realizzare rispetto ad altre, ma questo non è un valido motivo per non affrontare l’argomento.
L’Italia ha un patrimonio agricolo unico al mondo, i prodotti di qualità italiani sono richiesti in tutto il mondo, con la giusta competenza è possibile raggiungere risultati notevoli, ma non si deve lasciare niente al caso.
La consapevolezza sempre maggiore da parte dei consumatori sta aprendo nuove opportunità per gli imprenditori agricoli, devi investire su sostenibilità e qualità.
Un piccolo imprenditore per sopravvivere non deve infatti puntare alla grande distribuzione, deve piuttosto concentrarsi sulla filiera corta, la fiducia e la fidelizzazione del cliente.
Il consumo di carne rossa è in diminuzione, si mangia meno carne ma di qualità.
Ed è questa la nuova nicchia di mercato.
Un allevatore serio che vuole competere in questo mondo deve mettere il benessere dell’animale in cima alle sue priorità: oltre che per dovere morale e rispetto per l’animale, è il solo modo per competere nel business agricolo.
Bovinicoltura: cenni generali
I bovini sono una sottofamiglia della famiglia Bovinae che comprendono un ampio gruppo di specie erbivore come il bovino domestico, lo yak, le antilopi e il bufalo capro.
La bovinicoltura è un’attività umana molto antica che ha avuto origine a seguito della domesticazione del bovino domestico Bos Taurus.
I primi allevamenti di bovini da parte dell’uomo hanno avuto origine circa 9.000 anni avanti cristo in India e Medio Oriente.
La domesticazione avvenne inizialmente per l’utilizzo dell’animale nei lavori agricoli e per la produzione di latte, da cui si ricava il formaggio, alimento molto usato in antichità per la sua lunga conservazione.
Le razze di bovini allevate sono numerose decine e si dividono principalmente per il loro utilizzo.
Esistono infatti razze da latte, da carne, da lavoro o da entrambi.
Alcune razze sono chiamate a semplice attitudine se sono utilizzate per un solo scopo come ad esempio la sola produzione di latte, a duplice attitudine e anche a triplice attitudine.
Le razze bovine più importanti sono:
- Frisona, Bruna, Pezzata rossa simmental, Jersey, Ayrshire per la produzione di latte;
- Shorthorn, Hereford, Aberdeen Angus, Galloway, Blu belga per la produzione di carne;
Le razze da latte producono fino a 60 litri di latte al giorno, mentre quelle da carne hanno una produzione appena sufficiente per l’alimentazione del vitello, ma sono caratterizzate da una massa muscolare molto più sviluppata rispetto alle razze da latte.
Gli allevamenti inizialmente erano di tipo pastorizio, cioè l’animale si nutriva spostandosi sull’ambiente naturale, mentre in seguito con lo sviluppo dei villaggi e delle città gli allevamenti divennero stanziali.
Se in passato gli allevamenti bovini allo stato brado erano sostenibili, oggi la produzione industriale ha stravolto le regole sia dell’impatto ambientale sia del rispetto del benessere degli animali.
La produzione su scala industriale è necessaria per le regole del capitalismo, ma purtroppo è un’attività insostenibile nel lungo termine.
Gli allevamenti intensivi infatti costringono gli animali ad una vita in cattività dove le esigenze minime dell’animale non vengono rispettate, e inoltre creano un inquinamento importante sia per l’emissione di gas serra sia per la devastazione del territorio naturale.
Ultime ricerche hanno infatti messo in relazione l’allevamento bovino con il riscaldamento climatico.
In questo contesto difficile, l’articolo che stai leggendo cercherà di promuovere un ritorno alle origini con la creazione di un allevamento in grado di rispettare l’ambiente e la salute degli animali.
Il piccolo allevatore infatti per sopravvivere deve puntare tutto su qualità e tracciabilità.
Leggi anche: allevamento conigli
Mucca, bue, vitello: chiariamo i termini
In questo paragrafo voglio fare un po’ di chiarezza sui numerosi termini che riguardano i bovini e il loro allevamento.
Il bue domestico infatti acquisisce nomi diversi a seconda dell’età e del sesso.
Gli esemplari maschi vengono divisi per età e vengono riconosciuti con i seguenti nomi:
- balliotto, dalla nascita alla prima settimana di vita;
- vitello, fino al primo anno di età;
- vitellone, dai dodici ai diciotto mesi;
- manzo, il bovino castrato dai 2 ai 4 anni di età;
- torello, il bovino non castrato dai 2 ai 4 anni di vita;
- bue o bove, il bovino castrato con più di 4 anni;
- toro, il bovino non castrato oltre i quattro anni di vita.
Gli esemplari femmina invece prendono questi nomi:
- vitella, fino al primo anno di vita;
- manzetta, femmina con età inferiore ai 20 mesi che non ha partorito;
- manza, dal primo al terzo anno di vita;
- vacca, oltre i tre anni di vita, o sotto i tre anni se in stato di gravidanza.
Allevamento bovini: adempimenti burocratici
Allevare bovini è un’attività che ricade all’interno delle attività agricole disciplinate dall’articolo 2135 del codice civile:
E’ imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse.
Per coltivazione del fondo, per selvicoltura e per allevamento di animali si intendono le attività dirette alla cura ed allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo stesso, di carattere vegetale o animale, che utilizzano o possono utilizzare il fondo, il bosco o le acque dolci, salmastre o marine.
Si intendono comunque connesse le attività, esercitate dal medesimo imprenditore agricolo, dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione che abbiano ad oggetto prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o dall’allevamento di animali, nonché le attività dirette alla fornitura di beni o servizi mediante l’utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell’azienda normalmente impiegate nell’attività agricola esercitata, ivi comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione ed ospitalità come definite dalla legge.
Questo comporta l’avvio di un’attività agricola a tutti gli effetti che può essere sviluppata a seconda della grandezza e delle modalità di sviluppo.
Per aiutare gli aspiranti imprenditori agricoli e allevatori italiani, ho deciso di scrivere la guida Azienda agricola 2.0: ideare e creare un business agricolo di successo” dove spiego le varie possibilità burocratiche, i requisiti e le modalità per accedere ai fondi europei e regionali per lo sviluppo delle attività agricole e molto altro ancora come le strategie di comunicazione per l’azienda agricola.
Se vuoi creare un business in allevamento e agricoltura, ti consiglio di leggerlo ora.
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La guida ti aiuterà a compiere i dovuti passi burocratici per avviare un’attività di tipo agricolo, come fare la dichiarazione di avvio attività e molto altro.
Corretta prassi per avviare un allevamento di bovini
Esistono degli step pratici da compiere una volta che si è deciso di dare avvio ad un allevamento di bovini.
Il primo consiglio che do sempre all’aspirante imprenditore è quello di avere un’idea chiara del progetto che si vuole avviare.
Una scelta giusta è quello di diversificare il più possibile le attività così da ridurre il rischio imprenditoriale.
Idealmente un allevamento bovini andrà ad associarsi ad altre attività agricole come ad esempio l’allevamento di animali da cortile oppure diverse attività di coltivazione.
Il blog è pieno di idee imprenditoriali legate all’agricoltura.
Per avere una panoramica, clicca qui per vedere le idee già sviluppate e raccontate su Aprire Azienda.
Se riesci a produrre il cibo per i bovini in azienda, avrai un notevole risparmio, ecco perché è importante avere un’azienda agricola integrata tra le varie attività.
Un’importante decisione per l’allevatore è la razza di bovino da allevare.
Se hai risorse economiche limitate, meglio puntare su bovini da carne che richiedono meno attrezzature rispetto ai bovini da latte.
In questo ultimo caso, se decidi di produrre latte, ti consiglio di vendere direttamente al consumatore finale oppure di trasformare il latte in formaggio.
Sono note infatti le dure battaglie degli allevatori contro i prezzi stracciati della grande distribuzione. La concorrenza sleale dall’estero è un nemico mortale per l’allevamento italiano, un piccolo produttore deve adottare strategie diverse se vuole creare profitto.
Strategie di marketing e comunicazione
Come già accennato, il settore agricolo soffre della concorrenza estera e della grande distribuzione.
Un allevatore italiano non ha i mezzi per competere con i prezzi al ribasso, l’allevatore deve assolutamente puntare sulla qualità e sul contatto diretto con il cliente.
Non è un mistero infatti che gli imprenditori agricoli che macinano fatturati e profitti hanno puntato tutto sull’immagine dell’azienda e sulla qualità dei propri prodotti.
Ad oggi il consumatore è sempre più attento alla qualità del cibo che mette in tavola e molte zone d’Italia sono scoperte da questo punto di vista.
Fai un’analisi della zona dove vivi, quanti piccoli imprenditori agricoli hanno investito sul marketing diretto e cercano di coinvolgere il cliente con attività e dimostrazioni che portano inevitabilmente a vendite e passaparola?
Non molti, vero?
Nella mia zona ad esempio, nelle Marche, c’è un produttore che dalle bufale allevate in loco ricava formaggi buonissimi a Km zero, ogni giorno devi aspettare almeno mezz’ora per via della fila alla cassa, l’azienda infatti ha investito sulla qualità e i clienti rispondono positivamente.
Bisogna lavorare sull’immagine dell’azienda e sul messaggio, devi richiamare il cliente finale che sarà il vero motore della tua promozione, sarà lui stesso a consigliarti agli amici perché la qualità è tutto.
La carne industriale ha ormai passato il confine della tollerabilità, gli allevamenti intensivi producono un prodotto anni luce lontano dagli standard minimi di gusto e sicurezza.
Animali stressati costretti ad una vita ingiusta e quindi malati e pieni di antibiotici creano una carne dal gusto discutibile, tutto questo si vede quando mettiamo il prodotto industriale nel piatto.
Produci carne bovina di qualità e vedrai la fila davanti al tuo negozio, ci posso scommettere tutto perché ne sono certo.
Come fare per produrre carne di qualità?
Semplice, rispetta l’animale, dagli modo di vivere una vita degna di essere vissuta, lui ti ripagherà.
Allevamento bovini da carne: conclusioni
Se vuoi aprire un allevamento di bovini devi sin da subito puntare su qualità e contatto diretto con il cliente. Esistono delle strategie di marketing e dei modelli di business che ti permetteranno di creare un’attività agricola di successo.
La sola passione non basta, servono competenze chiare e specifiche in tutti in campi dell’imprenditoria.
Oggi essere un bravo allevatore non ti basterà, devi anche saperti promuovere, devi saper presentare i tuoi prodotti, devi conoscere il mercato, devi studiare le tecniche di vendita e molto altro ancora.
L’imprenditore 2.0 è una figura multidisciplinare che si muove con facilità nei vari aspetti del business. Certe cose si possono delegare certo, ma anche lì dovrai essere bravo a scegliere le persone giuste di cui fidarti.
Il segreto è “pensa in grande, agisci in piccolo”.
Non strafare, mantieni basso l’investimento iniziale, cerca strade alternative che pochi decidono di intraprendere.
Tutto questo e molto altro lo trovi spiegato nel mio ebook “Azienda agricola 2.0“, all’interno del manuale trovi delle informazioni uniche che ti aiuteranno nel tuo sogno di diventare un imprenditore agricolo di successo.
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Seconda lei è impraticabile allevare i bovini su terreno privato per uso privato? Sto pensando alle mini mucche per esempio. Mi preoccupo un po’ che dovrò dedicarmi più di quando penso. Di erba non manca. Vorrei alimentarli solo con erba e fieno (dai campi vicini).
Non so se le mini mucche producono una carne spettacolare come le mucche Scozzesi (carne squisita) pero sono di misura giusta per una famiglia. Poi ho paura che mi affeziona e non potrò portarli al macello 🙁
Una dilemma mangiare sana in maniera autonomo caspita.
Salve, sono un appassionato di agricoltura e zootecnia e sono diplomato in agraria, perito agrario, sarei interessato ad aprire un allevamento di bovini con produzione di latte e carne a km zero di alta qualità con un alimentazione sana e tradizionale per dar modo di far riscoprire alle nuove generazioni i sapori di una volta con un’estrema semplicità. Mi chiedevo se voi potevate indirizzarmi nel modo migliore per sviluppare questo sogno da sempre custodito nel cassetto perché sono stato cresciuto con questi parametri. Sono stanco del lavoro che svolgo, faccio l’autista di camion, e girando per tutt’Europa specialmente in Belgio Olanda e Germania rimango puntualmente affascinato dagli allevamenti che vedo per strada. Certo di un vostro positivo riscontro colgo l’occasione per porgere I miei più cordiali saluti . Ciacciarelli Giuseppe
Si, leggendo la guida Azienda Agricola 2.0 🙂
Ciao Giuseppe,
anch’io sono della tua idea, credo che i tempi siano maturi per una attività del genere sostenibile e che segua i ritmi della natura. Sono completamente d’accordo con quanto scritto sull’articolo sopra dal sig. Nicoletti, ovvero filiera corta, puntare sulla qualità e sostenibilità, contatto diretto con il cliente, diversificare … Purtroppo non ho alcuna competenze a riguardo (sono un ingegnere) ma gran voglia di dimostrare che tornare all’allevamento di decenni fa è possibile! Scrivimi che ne parliamo.
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