L’allevamento di asini può oggi essere un business? Certo che sì, e le ragioni sono diverse. Ma prima di elencarle bisogna conoscere questo magnifico quanto sottovalutato animale
Equus africanus asinus è il nome scientifico del più comunemente chiamato asino, che acquisisce definizioni più colorite a seconda della regione: è infatti detto ciuco nell’Italia centrale, ciuccio nel meridione e il meno conosciuto scecco in Sicilia.
Nella tradizione territoriale, utilizzato come sinonimo di persona stupida e ignorante: ma contrariamente a questa definizione, l’asino ha più volte dimostrato di essere un animale dalla straordinaria intelligenza, collaborativo e con una memoria molto sviluppata.
A proposito della memoria, una delle più apprezzate qualità di quest’animale è proprio la sua straordinaria capacità di ricorda perfettamente un percorso già fatto, già dopo una sola volta.
L’allevamento di asini è un’ottima strategia di diversificazione per l’imprenditore agricolo che cerca di gestire un’azienda agricola di successo capace di muoversi su più settori.
L’asino infatti è l’animale perfetto per una fattoria didattica ed è utilizzato in tantissime attività sociali come l’educazione infantile e addirittura per la cura di persone con difficoltà.
L’asino è un animale intelligente e paziente
In quanto a intelligenza non ha infatti nulla da invidiare al cugino cavallo che, dal carattere più impulsivo e meno riflessivo, si dimostra sicuramente meno collaborativo e paziente.
Proprio per la sua pacatezza, per l’indole riflessiva e la grande resistenza, già dal 3000 a.C. veniva usato in Medio Oriente per trasportare le merci.
Il suo utilizzo si è poi ampliato in Europa diventando l’animale da soma per eccellenza e con la scoperta del nuovo mondo fu impiegato come animale da lavoro nelle colonizzazioni nel Nord America.
Definito “cavallo del povero” perché utilizzato prevalentemente dai contadini per i lavori più umili, venne usato, e in alcune parti del mondo ancora lo è ancora oggi, come animale da traino per merci, persone, cibo, e utilizzato nei settori più svariati: nel lavoro dei campi, nel trasporti di materiale edilizio e per tragitti anche molto lunghi, di difficile percorrenza.
Le diverse razze di asini
Esistono svariate razze di asino, alcune ufficialmente riconosciute e allevate, altre non ancora catalogate. 8 sono quelle italiane riconosciute per legge:
• Asino dell’Amiata: ha origini africane e si è diffuso in Toscana, in particolare sul monte Amiata. Presenta un manto grigio con la sua tipica croce nera che va dal garrese (parte alta del tronco) alle spalle, una corporatura asciutta e muscolosa, con muso bianco e collo robusto.
• Asino dell’Asinara: razza che prende il nome dall’isola di Asinara in cui è fortemente presente. Si ipotizza sia stato importato dall’Egitto. Ha un’altezza leggermente più ridotta dell’asino tradizionale (90 cm dal garrese), un manto bianco opaco e iridi celesti, dovuti a una forma di albinismo che gli causa anche una camminata incerta e una resistenza al permanere eccessivo alla luce diretta. Ha un carattere solitario e tende a non riunirsi in branchi
• Asino di Martina Franca: razza pugliese, tra il comune di Martina Franca e Alberobello è la più grande razza italiana di asino, superando i 160 cm dal garrese. Ha un manto color morello o baio scuro con interno coscia, muso e ventre grigio, un collo e petto muscolosi e una groppa larga.
• Asino ragusano: originario della Sicilia, soprattutto in provincia di Ragusa, presentano un mantello baio scuro con ventre e interno coscia grigi, criniera e coda nere, groppa larga e collo muscoloso e un temperamento energico.
• Asino romagnolo: razza tipica della Romagna, ha lunghe orecchie scure, mantello grigio con una croce scapolare, muso e ventre chiaro e disegni zebrati sugli arti. Molto versatile e abile trottatore può percorrere lunghe distanze.
• Asino pantesco: dell’isola di Pantelleria, nasce dall’incrocio di razze siciliane e africane, ha un mantello morello o baio scuro e un carattere vivace, molto veloce rispetto le altre razze asinine.
• Asino sardo, vanto storico della tradizione sarda, che da un primo utilizzo nel campo agricolo e nello spostamento ora è allevato per il consumo di carne
• Asino Viterbese (di Allumiere): del territorio laziale, ha un manto grigio pomellato che cambia con la crescita tendendo a un grigio sempre più chiaro. Ha un carattere docile e paziente
Allevamenti di asini in base alla loro razza
Sono quindi svariate le razze, come vario è il business che è possibile creare con uno specifico allevamento di asini.
Il primo è il turismo agricolo, a seguito di un riscoperto interesse per il mondo rurale. Una forma di turismo sostenibile in cui l’ospite diventa lavoratore agricolo e gode dello stretto rapporto con la terra, con la realtà contadina e con i ritmi lenti della fauna e flora della campagna.
Alla moda è il sempre più richiesto trekking someggiato, cioè escursioni in montagna affiancati dagli asini che non vengono cavalcati, ma accompagnano i turisti di cui trasportano il leggero peso del bagaglio o quanto necessario per un pranzo a sacco. Il tutto sotto la guida di personale esperto.
Un’attività dalla crescita sempre più elevata è quella legata ai prodotti derivati dall’allevamento. A partire dalla carne, il cui consumo è presente dall’età più antica e rappresentava una delle poche alternative proteiche per le classi meno abbienti, di cui si è riscoperto il consumo per il valore nutrizionale.
Le proteine dall’ alto valore biologico hanno un elevato contenuto di ferro, quasi il doppio rispetto gli altri tipi di carne, e un basso contenuto di grassi e di colesterolo. Ma l’oro dell’asino è senza ombra di dubbio il latte d’asina.
Consigliatissimo nelle diete di soggetti con allergie alimentari, si può sostituire al latte vaccino e rappresenta una valida alternativa anche per i neonati, in sostituzione del latte materno, avendo caratteristiche molto simili a quest’ultimo.
Latte che viene usato anche nella cosmetica per la creazione di creme e sieri con azioni di antinvecchiamento e antismagliature, data la naturale presenza di vitamina C che aiuta a rendere la pelle liscia e tonica.
Ultimo esempio, ma non meno importante è la Onoterapia, una nuova forma di pet therapy in cui si utilizza l’asino, animale tendenzialmente tranquillo e affidabile, per curare persone con disabilità fisiche o psico-cognitive, in cui l’animale diventa una fonte di conoscenza, di stimolazione sensoriale ed emozionale.
Molto spesso si tratta di bambini o ragazzi giovani che sono portati, sempre sotto sorveglianza, ad un primo avvicinamento all’animale, e in caso di reazioni positive possono accarezzarlo, dargli da mangiare, accudirlo. Il tutto rivolto al miglioramento del benessere psico-fisico e relazionale del soggetto.
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