Questo è un articolo dedicato ai piccoli imprenditori agricoli italiani che hanno intenzione di avviare un piccolo allevamento di maiali allo stato semi brado che possa garantire prodotti di qualità e rispetto per il benessere degli animali.
Tra le tante tradizioni contadine italiane, probabilmente quella dell‘allevamento di maiali è una delle più importanti e caratteristiche.
L’allevamento del maiale, la sua uccisione, la lavorazione delle carni, tutto era eseguito con estrema cura e rispetto per l’animale che rappresentava una delle fonti alimentari fondamentali per l’economia contadina del tempo.
Sin dall’antichità il rapporto tra uomo e maiale è stato molto stretto, la domesticazione del maiale domestico è infatti avvenuta millenni fa ed è continuata interrottamente fino ai giorni nostri.
Purtroppo però questo legame si è ormai rotto per colpa della globalizzazione e dell’economia di massa che ha mercificato la vita animale, ha disintegrato le tradizioni e trasformato tutto in mero profitto che nell’allevamento di maiali si è tradotto in condizioni assolutamente non rispettose del benessere degli animali.
Le immagini provenienti dagli allevamenti intensivi non hanno bisogno di commenti, sono immorali, ingiusti, sbagliati, assolutamente inutili e da condannare senza se e senza ma.
Ma cosa fare allora?
Molte persone hanno deciso di dire addio al consumo di carne, molte altre ancora se ne disinteressano completamente, mentre altri ancora cercano un compromesso tra queste due diverse ed opposte opinioni.
Consapevole che il consumo di carne continuerà sempre e comunque, ho deciso di apportare il mio contributo nella terza via, quella che secondo me rappresenta l’equilibro tra desideri della società umana e benessere degli animali.
Per farlo, scrivo questo ed altri articoli per incentivare una produzione agricola su piccola scala che possa intercettare i bisogni di tutti gli attori in causa.
La società ha infatti bisogno di superare il modello offerto dalla produzione di massa e riscoprire l’antico mondo contadino fatto di tradizioni, sostenibilità e rispetto.
Ecco allora risorgere una miriade di piccoli allevamenti rispettosi dell’ambiente e del diritto degli animali ad una vita dignitosa.
Sta a noi consumatori supportare queste nuove realtà contadine sempre e comunque perché in gioco ci sono molti valori da difendere.
Il maiale domestico: cenni generali
Il maiale domestico (Sus scrofa domesticus) è un mammifero appartenente alla famiglia dei suidi, gruppo che racchiude ben 16 specie ancora viventi tra cui il cinghiale e il facocero.
Sono animali piuttosto robusti, dalla pelle spessa e con pochi peli, testa piccola se relazionata al corpo massiccio e zampe corte.
I maiali sono discendenti del cinghiale (Sus Scrofa) che hanno subito il processo di domesticazione da parte dell’uomo molti anni fa.
L’allevamento del maiale è infatti una pratica antichissima, addirittura si sono scoperte delle raffigurazioni nei graffiti della grotta di Altamira datati circa 40.000 a.C.
Dal 5.000 a.C. in poi, periodo in cui è avvenuta la domesticazione del suino, il maiale domestico è diventato uno degli animali più importanti per l’alimentazione umana.
Le sue caratteristiche biologiche lo rendono infatti un animale molto resistente che può vivere in diversi ambienti, da climi freddi a quelli più caldi, il maiale si adatta facilmente all’ambiente.
Il processo che ha portato il cinghiale selvatico a diventare un animale domestico è tuttavia incompleto, se i maiali vengono rilasciati in ambiente hanno infatti la capacità di inselvatichirsi.
Il maiale domestico è un animale molto prolifico, ad ogni cucciolata infatti possono nascere fino a 12 piccoli che vengono allattati tutti dalla madre che ha un apparato mammario molto sviluppato. La sua dieta è molto varia, simile a quella umana, altra caratteristica che ha favorito lo sviluppo dell’allevamento della specie.
Razze italiane di suino
Nel mondo esistono circa 100 razze di maiali, di cui 6 italiane riconosciute con registro anagrafico e altre 20 senza registro.
Tra le 6 riconosciute, troviamo:
- Cinta senese: razza rustica molto antica originaria delle colline senesi.
- Calabrese: come suggerisce il nome, originaria della Calabria è una razza conosciuta anche con il nome di suino nero di Calabria.
- Casertana: considerato il suino autoctono più importante del sud Italia, la razza è allevata in diverse zone della Campania.
- Mora romagnola: allevata in Romagna, la razza in passato era rappresentata da 3 diverse varianti.
- Nero dei Nebrodi: il suino siciliano per eccellenza, allevato nelle aree dei Monti Nebrodi.
- Sarda: razza autoctona della Sardegna, è alla base di molti salumi regionali.
Tutte le razze italiane hanno caratteristiche che lo differenziano dal maiale domestico, tutte sono infatti più piccole della razza allevata nelle industrie e hanno pelle nera piuttosto che rosa.
Il colore rosa del maiale domestico è di fatto una depigmentazione della colorazione originale.
Perché allevare maiali
Ho chiarito in apertura di articolo perché è importante allevare maiali in Italia.
La ragione infatti non è solo economica per l’imprenditore agricolo, ma soprattutto per rispetto alla natura dell’animale che purtroppo viene allevato in condizioni vergognose dall’apparato industriale.
La domanda di carne di maiale non cesserà a breve, quello che dobbiamo invece fare è togliere importanti fette di mercato al maiale industriale e incentivare le produzioni artigianali allo stato brado e semi brado dove vengono rispettati i diritti minimi dell’animale.
L’Italia e il mondo intero deve superare la produzione intensiva, ridurre il consumo di carne in modo tale da forzare i produttori a spostarsi verso gli allevamenti estensivi.
Oltre all’aspetto etico, l’allevamento di maiali è un ottimo investimento per l’imprenditore agricolo perché può sfruttare terreni che non sarebbero utilizzabili da altre colture.
Idealmente infatti il maiale può occupare zone montuose ricoperte da boschi o da pascolo, zone che possono inoltre essere piantate a frutteto così da differenziare la dieta del maiale e di ridurre i costi di produzione.
Quanto costa allevare un maiale
Chiariamo subito alcuni concetti, probabilmente non si diventa ricchi allevando maiali, ormai in Italia tra tasse, burocrazia e truffe alimentari la vita dell’imprenditore agricolo non è facile, tuttavia con le giuste accortezze è ancora possibile lavorare come allevatori.
Il consiglio rimane sempre lo stesso, per guadagnare in agricoltura devi puntare sulla qualità, sulla tracciabilità dei prodotti e sulla cura dell’immagine aziendale.
Molti produttori agricoli ignorano completamente l’importanza dello storytelling, della comunicazione aziendale, della strategia di branding e altri concetti importanti per lo sviluppo di un marchio forte e riconoscibile.
Ecco perché se vuoi avviare un’azienda agricola ti consiglio di leggere il mio ebook Azienda Agricola 2,0 dove trovi le informazioni vitali per avere successo imprenditoriale.
Determinare il costo per l’allevamento di maiale è un’operazione molto difficile, se non dire impossibile, perché dipenderà da moltissimi fattori che non possono essere validi per tutte le situazioni.
Il primo punto da considerare è la razza allevata, ogni animale infatti ha il suo specifico indice di conversione alimentare che mette in relazione il cibo ingerito con l’aumento della massa.
Alcune razze selezionate si accrescono molto più velocemente delle razze rustiche, tuttavia quest’ultime sono molto più resistenti rispetto a quelle alle altre. Le razze rustiche inoltre sono molto più resistenti, adattabili all’ambiente circostante e più richieste dal mercato locale rendendole di fatto più convenienti.
Altro aspetto da considerare per analizzare i costi è il numero di suini allevati: più grande è l’allevamento e meno inciderà per costo unitario il costo del cibo che potrà essere acquistato in grandi lotti.
Importante inoltre è la tipologia di allevamento associata alla dimensione e alla qualità dei terreni.
Elevate estensioni di terreno coltivato a frutta, cereali e ortaggi ridurrà il costo del mantenimento per unità in quanto la produzione di cibo sarà interna all’azienda con il conseguimento abbattimento dei costi.
Oltre al cibo, da considerare sono i costi sanitari quali le visite del veterinario ed eventuali cure e vaccini a cui sottoporre gli animali.
Ecco quindi ritornare il concetto di rusticità, le razze autoctone a basso accrescimento sono le stesse che avranno bisogno di meno cure in quanto più sane delle altre.
Molto importante inoltre è considerare il tipo di allevamento che si vuole avviare.
Quando parliamo di suinicoltura, ci sono infatti due tipi di categoria, quello di suino leggero e quello di suino pesante.
Il suino leggero è quell’animale che al raggiunto di circa 120 chili sarà destinato ad essere consumato fresco, mentre quello pesante viene allevato fino ad un peso elevato di oltre 160 kg e macellato non prima di aver raggiunto i 9 mesi di età (3 mesi in più rispetto al suino comunitario).
Ovviamente la trasformazione in salumi aumenta i costi, ma anche i profitti essendo venduti a prezzo maggiore rispetto alle carni fresche.
Una stima redatta dal CRPA ha calcolato un costo per chilo di circa 2,50 euro in condizioni intensive, questo numero tende a diminuire per gli impianti estensivi dove il fabbisogno di cibo cala per via della presenza dello stesso in ambiente (ghiande, eccetera).
Come avviare un allevamento di maiali allo stato brado
Il primo consiglio per l’aspirante allevatore è quello di iniziare il proprio business in maniera amatoriale per poi specializzarsi e in caso aumentare la produzione.
Le ragioni non sono solo pratiche ed economiche, ma anche morali.
Gestire animali vivi per lavoro comporta tutta una serie di sacrifici belli sulla carta, ma potenzialmente difficili nella realtà.
L’allevatore non conosce domenica, ferragosto e natale, spero che questo tu lo sappia. Gli animali vanno infatti custoditi e controllati 365 giorni all’anno.
Una buona scelta potrebbe essere quella di avviare l’attività in società con un amico o collega per smorzare l’impegno personale e finanziario nell’impresa e gestire i lavori.
Oltre ai motivi personali, è importante iniziare in piccolo perché durante i primi cicli si apprendono quelle nozioni fondamentali per la produzione.
Non c’è libro o corso che possa infatti sostituire l’esperienza diretta.
Detto ciò, si passerà alla parte pratica che inizierà dalla scelta del terreno adatto.
Se possibile, un terreno a querceto è la scelta migliore per la presenza delle ghiande, il cibo preferito per eccellenza.
La ghianda è l’alimento principe per i maiali, non a caso in Spagna le razze più ricercate sono alimentate esclusivamente a ghiande facendo raggiungere ai prosciutti costi impressionanti.
Il querceto può essere associato a pascoli e frutteti dove il maiale è libero di scorrazzare e ricercare il cibo.
Caso esemplare è l‘allevamento semi brado dell’azienda agricola Porc a l’ora che con la testimonianza diretta dei fondatori ci dimostra che tutte queste nozioni sono applicabili alla realtà.
Nella pianificazione attenzione alle strutture e ai relativi costi. Ogni animale ha bisogno di superficie minime e un ricovero per la notte, inoltre il terreno dovrà essere recintato per evitare ruberie e attacchi da predatori come i lupi.
Burocrazia per allevamenti di suini
In Italia l’allevamento del maiale domestico è sottoposto ad una rigida serie di norme, molte create a livello europeo, che hanno il dovere di garantire la tracciabilità, la salubrità, la sicurezza e l’igiene della produzione, nonché il benessere degli animali allevati, sia in fase di allevamento vero e proprio sia durante il trasporto e la macellazione.
Si tratta di un apparato normativo piuttosto notevole dove le sanzioni sono elevate e i controlli severi e ripetuti nel tempo a garanzia del consumatore.
Purtroppo non sempre questo avviene, i casi scandalosi avvengono, tuttavia noi dobbiamo prendere atto delle norme e attuarle.
Se vuoi iniziare in maniera amatoriale (come consigliato da me e molti altri), devi sapere che non servono particolare permessi, dovrai solo segnalare alle autorità l’inizio dell’attività familiare.
Chi intende allevare maiali nel proprio terreno, dovrà provvedere alla registrazione presso il Servizio Animale dell’ASL competente del territorio entro 20 giorni dall’arrivo degli animali che non dovranno essere più di 4 suini all’anno.
Sempre dall’ASL competente riceverai la lista degli obblighi da compiere e i controlli sanitari prima della macellazione che potrà avvenire sia in casa sia is strutture specializzate.
Se vuoi aumentare il numero dei capi e trasformare la passione in lavoro, allora devi iniziare con tutte le procedure burocratiche descritte ampiamente nell’articolo per imprenditori agricoli e coltivatori diretti.
Allevare maiali: considerazioni finali
In questo breve articolo spero di averti messo sulla giusta strada verso il tuo sogno.
Come tutti i progetti della vita, niente è facile, ma nemmeno impossibile.
Nel tuo percorso troverai sempre persone che ti diranno di mollare, di lasciar perdere, ma in realtà non stanno parlando a te, ma a loro stessi perché non hanno avuto il coraggio di inseguire i propri sogni.
Lottare per i propri sogni è difficile, si rischia di fallire, e la mente umana ha paura del fallimento. Uscire dalla propria zona di confort abbandonando tutte le certezze è un processo che solo pochi hanno il coraggio di percorrere.
Sta a te decidere da che parte stare.
Voglio salutarti con questo video che spero sia di tuo gradimento.
Alessandro
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ciao Alessandro!Mi chiamo Gabriele e sono un imprenditore agricolo dell’ alto Mugello.
Sto valutando l’idea di mettere su un piccolo allevamento di maiali.
Complimenti per l’articolo e per le tue valutazioni finali!
“se nella vita non hai un sogno, vuol dire che stai realizzando i sogni di qualche altra persona!”
Ciao Alessandro, mi chiamo MArio e stò valutando di iniziare un allev amento in Colombia, nella zona caraibi di San Antero-Cordoba, complimenti per l’articolo, io non ho ghiande ma molta frutta…..vuol dire che il prosciutto sarà differente!!