Aprire un mercatino dell’usato: idee imprenditoriali

Le attività economiche che oggi sono in difficoltà, spesso non colgono il cambiamento in atto e sono legate a schemi obsoleti e non più competitivi.

Stiamo vivendo un profondo cambiamento della nostra società sia dal punto di vista economico che culturale e stanno nascendo modelli nuovi e diversi.

Siamo passati dal salumiere che ti consigliava un prodotto e ci metteva la faccia, alla necessità di fare un’esperienza di acquisto in un supermercato e che, di fatto, ci ha reso consumatori esperti. Siamo quindi arrivati all’acquisto online, dove la reputazione del tuo negozio, del tuo prodotto o del tuo servizio è determinato dall’opinione delle altre persone, amici o addirittura sconosciuti.

La spinta consumistica si è affievolita e sono in voga concetti come: green economy, eco sostenibilità, differenziare la spazzatura, evitare sprechi alimentari, preservare risorse con il riutilizzo.

Con questo scenario, il riutilizzo di oggetti è diventato un trend, con un proliferare di mercatini dell’usato e di servizi online per la vendita di quello che non si utilizza più.

L’usato è sempre meno stigmatizzato e il concetto di povertà di chi acquistava un prodotto usato è sempre più sostituito da concetti smart. Acquistare usato non è più una questione di spendere poco, Acquistando usato ci si può permettere un prodotto qualitativamente migliore, spendendo l’equivalente di un prodotto mediocre.

Il settore dell’usato rappresenta oggi una grande opportunità in un’ottica di sviluppo razionale e orientato a concetti di economia circolare in cui i prodotti dovranno essere concepiti, fin dalla fase di progettazione, secondo un concetto di riuso o riciclo e in cui saranno necessari modelli efficienti, mirati a prolungare la vita degli oggetti.

Ecco che una persona attenta e che vuole iniziare un percorso imprenditoriale, può considerare di aprire un mercatino dell’usato con oggetti in conto vendita da privati.

Il mercato dell’usato

aprire un mercato dell'usatoL’usato è un mercato in rapida crescita. Secondo Doxa l’usato genera un volume d’affari, a livello nazionale, pari a 21 miliardi di euro, ovvero l’1,2% del PIL.

La ricerca di Doxa mette in luce che il 66% degli intervistati preferiscono acquistare l’usato presso mercatini e negozi dell’usato mentre il 40% si serve dei canali online.

Numeri leggermente diversi per quanto concerne i canali di vendita, in questo caso, i canali online (36%) sono preferiti alla vendita presso negozi o mercati dell’usato (26%).

Lo studio traccia anche un quadro delle categorie merceologiche preferite da chi si muove nel mercato della seconda mano.

Chi si dedica alla vendita offline vende in prevalenza arredamento (61%), automobili (38%) e biciclette (13%).

Gli acquirenti dell’offline sono invece più propensi all’acquisto di automobili (48%), arredamento (43%) e biciclette (16%).

Percentuali e tipologie merceologiche leggermente diverse nel caso della compravendita attraverso i canali online.

In questo caso, le categorie più vendute sono arredamento (44%), automobili (26%) e elettronica (23%), sul lato degli acquirenti troviamo invece 33% di elettronica, 31 % per le biciclette e 28% per le automobili.

La ricerca delinea un quadro degli acquirenti dell’economia della seconda mano, dalla quale emergono profili con caratteristiche e motivazioni differenti.

Da chi ama l’usato perché propenso a cambiare spesso arredamento, guardaroba, accessori e tecnologia e avere sempre cose nuove (34%), a coloro che seguono lo stile dell’economia 2.0 e sono interessati ad acquistare a poco vendendo a tanto (15%), a chi ama l’usato per ragioni ideali e vuole contribuire a uno stile di vita ecologico e sostenibile (11%), passando per i consumatori concreti che fanno acquisti dell’usato per risparmiare e permettersi di soddisfare bisogni famigliari (11%) sino agli stravaganti o amanti del vintage alla ricerca di oggetti particolari e difficilmente reperibili nel mercato del nuovo (8%)

I dati della Camera di Commercio dicono che in Italia sono presenti più di  3.000 aziende operanti nel settore dell’usato.

Sono in crescita le catene del franchising, vere e proprie imprese organizzate che hanno fatto dell’intermediazione di oggetti usati un business concreto.

Le ragioni di questo sviluppo sono molteplici:  

  • l’aspetto economico dell’attività che agevola gli scambi e li semplifica;  
  • la natura della compra-vendita dell’usato che si coniuga perfettamente con le tematiche ambientali e di eco-sostenibilità;  
  • la necessità per le famiglie di razionalizzare gli acquisti;
  • la dimensione ludica ed esplorativa di chi entra in un mercatino dell’usato;
  • una tendenza modaiola (modernariato, vintage, ecc.);
  • il maggior flusso di cittadini stranieri, la cui cultura dell’usato è molto più radicata.

Con lo sviluppo del settore assistiamo anche a una sorta di maturazione del mercato:  

  • si diffondono negozi dell’usato organizzati in franchising;  
  • i mercatini dell’usato tendono sempre più a diventare negozi, investendo su location e allestimenti;  
  • nascono mercatini tematici, specializzati in aree merceologiche ben precise.

È un’evoluzione intesa soprattutto come aumento della qualità della proposta: non è più tempo di rigattieri in magazzini disordinati e umidi, con accozzaglie di oggetti accalcati uno sull’altro.

Oggi l’usato va di moda, ma solo all’interno di negozi ordinati e puliti, che utilizzano con competenza e professionalità i fondamentali principi di marketing.

Ciò che fino a oggi ha limitato la vendita dell’usato è stato un problema di percezione. Quando una persona va al ristorante non si pone la questione se il piatto in cui mangia sia stato utilizzato da qualcun altro. Eppure se lo chiede quando acquista un abito o un mobile di seconda mano (cit. Alessandro Giuliani)..

È palpabile l’evoluzione verso questo nuovo stile di vita. Il mercato dell’usato si è inserito stabilmente nel tessuto economico e sociale del nostro paese per cui in un mercatino dell’usato oggi si trovano tutti i ceti sociali.

Si va al mercatino per cercare qualcosa di particolare, per risparmiare, non necessariamente per spendere poco, per passare alcune ore in uno spazio fuori dal tempo, sposando uno stile di vita eco-sostenibile e conveniente.

Molti brand internazionali hanno ben compreso l’evoluzione e si diversificano proponendo ai loro clienti, sporadicamente o in modo continuativo, un reparto di articoli di seconda mano. Ad esempio Decathlon e addirittura Ikea.

L’Italia si sta allineando all’Europa e agli Stati Uniti, paesi in cui la realtà dell’usato è presente da molti anni nel tessuto economico.

Come funziona il sistema del conto vendita

Il mercatino dell’usato, secondo l’accezione più diffusa,  è un’agenzia d’affari organizzata come attività di intermediazione tra privati, basata sul sistema del conto vendita. La base giuridica è l’articolo 115 del Testo Unico Legge Pubblica Sicurezza (T.U.L.P.S.).

In sostanza, l’agenzia è una struttura che ospita oggetti usati che privati cittadini mettono a disposizione di possibili acquirenti.

Il responsabile di tale struttura non è un commerciante e non pone in vendita merce della quale detiene il titolo di proprietà, ma si configura come un promotore d’affari. La sua opera è ricompensata da una commissione in percentuale sul valore della transazione.

Un’attività imprenditoriale in questo settore ha quindi dei grandi vantaggi:

  • non è necessario acquistare merce da rivendere, azzerando il rischio di investire denaro su prodotti che potrebbero non essere venduti;
  • l’incasso avviene prima di pagare la merce;

Con il sistema del conto vendita le persone portano quindi in vendita gli oggetti che non utilizzano che vengono quindi selezionate messe in vendita. Dopo la vendita, l’incasso viene diviso con la persona che le ha portate.

L’importanza del locale

L’usato ha una sua importante peculiarità. L’acquisto di un prodotto di seconda mano tende ad essere valutato molto attentamente, in quanto va analizzato lo stato d’uso. L’esperienza tattile in questo mercato è fondamentale ed è obiettivamente difficile vendere usato online, se non per alcune categorie merceologiche.

Uno dei fattori determinanti per il successo di un mercatino dell’usato è senza alcun la scelta di un locale adatto, dove esporre la merce in vendita. Il rischio di sbagliare, non avendo esperienza, è veramente molto elevato e spesso non si ha una seconda possibilità.

Una delle cose più importanti da decidere è è la superficie che avrà il punto vendita che si vuole aprire. Per riuscire a rendere questa attività redditizia, un negozio dell’usato generalista dovrebbe avere una metratura superiore ai 350 mq. mentre un negozio specializzato dovrebbe superare i 160 mq.

Prima di mettersi alla ricerca è però necessario conoscere la destinazione urbanistica richiesta dal comune in cui si vuole aprire l’attività.

Ogni comune destina questa attività in base al proprio piano regolatore e alla propria interpretazione.

Alcuni comuni prevedono l’insediamento di questa attività in destinazione urbanistica direzionale o commerciale, altri, con interpretazioni più flessibili, permettono l’insediamento in aree produttive artigianali o industriali. Ovviamente, in base alla destinazione d’uso, il costo di affitto di un locale può variare di molto.

Come si rifornisce un mercatino dell’usato

Reperire la merce di un mercatino dell’usato non è difficile, anche se risulta essere la maggior preoccupazione per chi si affaccia a questo mercato.

Molti si ingegnano per reperire gli oggetti addirittura prima di aprire il negozio, in modo da proporre già nei primi giorni di apertura un negozio pieno.

Il negozio andrebbe però aperto perfettamente allestito, ma completamente vuoto e, già qualche giorno prima dell’apertura, deve partire una campagna di comunicazione mirata al reperimento degli oggetti. Solo così i clienti capiranno come funziona l’attività e, nel momento in cui ne coglieranno le peculiarità, verranno coinvolti e ne sposeranno la dimensione ludica.

La questione più importante non è quella di riempire in negozio, quanto quella di selezionare correttamente al prezzo giusto. La qualità della selezione è determinante e non seguire questa impostazione potrebbe pregiudicare la crescita dell’attività.

Valutazione degli oggetti

La valutazione degli articoli da prendere in carico è uno degli aspetti più importanti nella gestione del negozio.

Il prezzo degli oggetti deve essere il più alto possibile, pur rimanendo nei limiti della convenienza e del valore di mercato. Da tener presente è il rapporto tra la vendibilità e la qualità dell’oggetto, che determina il prezzo più appropriato.

La qualità viene influenzata dal materiale e dallo stato di conservazione ed efficienza dell’oggetto, mentre la vendibilità viene determinata dalla domanda del pubblico per quel determinato articolo.

L’età influisce negativamente sul valore dell’articolo, fino al punto in cui lo stesso da vecchio diventa antico.

Da quel momento in poi l’oggetto acquista nuovamente valore, se persistono i criteri di qualità e il buono stato di conservazione.

La valutazione qualitativa della merce richiede sempre un esame approfondito della stessa e non ci si deve lasciare influenzare dagli elogi del proprietario sul proprio prodotto. Il prezzo proposto al cliente non è mai quello di realizzo, quanto quello di vendita.

Inoltre, per quanto si tenda a comunicare che il prezzo viene determinato di comune accordo con il venditore, è il gestore che deve sapere a che prezzo vendere un articolo. Dal punto di vista pratico è sempre lui che fa il prezzo.

È fondamentale non aver fretta di riempire il punto vendita e prediligere un’attenta ed equa valutazione degli articoli in entrata.

Quali tasse deve pagare un mercatino dell’usato?

Un mercatino dell’usato è un’attività imprenditoriale come tante altre. Pertanto la tassazione è simile a quella di un artigiano o di una piccola attività.

L’imprenditore o i soci dovranno essere iscritti all’INPS.

Le provvigioni sono soggette a IVA. Ipotizzando quindi la vendita di un oggetto a 100 Euro, con provvigione del 50%, 50 euro andranno a chi ha portato la merce e 50 euro rimarranno all’imprenditore, dai quali andrà scorporata l’Iva del 22%. Pertanto il margine operativo lordo sarà di 40,98 euro.

Per il locale sarà necessario pagare la Ta.Ri. (tassa rifiuti) considerando però che questa attività dovrebbe essere classificata come esposizione, con un contributo inferiore rispetto a un’attività commerciale.

Imprenditore e dipendenti dovranno essere iscritti all’INAIL,

Infine la tassazione del reddito d’impresa andrà in base al tipo di società costituita (IRPEF, IRES, IRAP).

Quanto soldi servono per aprire un mercatino dell’usato?

È una domanda che non può trovare risposta senza un’analisi precisa e senza l’elaborazione di un business plan. Per prendere in considerazione l’eventualità di aprire un’attività in questo settore sono solitamente necessari circa 40/60 mila euro, di cui almeno una parte di risorse proprie.

L’ottenimento di un finanziamento dipende molto spesso dal business plan e da quanto sia approfondito. L’accurata realizzazione di un business plan garantisce una buona credibilità imprenditoriale e aumenta sensibilmente le possibilità di ottenere un corretto finanziamento.

Spesso vengono proposti dei bandi di finanziamento che prevedono, talvolta, una parte a fondo perduto. Va verificata la presenza di bandi di finanziamento presso la camera di commercio della zona o presso le associazioni di categoria (commercianti, artigiani).

In alternativa è possibile accedere al credito bancario, soprattutto in periodi con tassi particolarmente favorevoli.

Leave a Reply

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.