I bandi pubblici sono fondamentali per sostenere lo sviluppo economico, l’innovazione e la competitività del tessuto imprenditoriale italiano. Questi strumenti, gestiti da enti pubblici a livello nazionale e regionale, offrono un sostegno concreto alle imprese, mettendo a disposizione risorse finanziarie e agevolazioni per progetti di varia natura.
Ma quali sono i settori e le regioni che maggiormente beneficiano di queste opportunità? Per capirlo ci vengono in aiuto i dati ufficiali pubblicati da Ministeri, enti pubblici e report di settore.
La mappa degli aiuti in Italia: la Carta degli Aiuti a Finalità Regionale
Per comprendere appieno la distribuzione geografica dei benefici è essenziale fare riferimento alla Carta degli Aiuti a Finalità Regionale 2022-2027, approvata dalla Commissione Europea. Questa carta, frutto di un’attenta analisi delle condizioni socio-economiche delle diverse aree del Paese, individua le regioni italiane che possono accedere agli aiuti di Stato in misura maggiore del previsto, in deroga al divieto generale sancito dal Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE).
La Carta distingue tra due categorie principali di aree:
- “Zone a”: comprendono Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna e Molise. Queste regioni, caratterizzate da un PIL pro-capite inferiore o pari al 75% della media UE27, sono considerate in condizioni di svantaggio economico e possono beneficiare di intensità di aiuto più elevate.
- “Zone c non predefinite”: includono l’Abruzzo e le regioni del Centro-Nord Italia. La designazione di queste zone è avvenuta sulla base di criteri socio-economici, geografici e strutturali, e le intensità di aiuto sono generalmente inferiori rispetto alle “zone a”.
Le intensità massime di aiuto, espresse come percentuale dei costi di investimento ammissibili, variano in base alla dimensione dell’impresa:
- Grandi imprese: 40% per Campania, Puglia, Calabria e Sicilia; 30% per Molise, Basilicata e Sardegna; 10% o 15% nelle “zone c non predefinite”, a seconda del PIL pro-capite e del tasso di disoccupazione.
- Medie imprese: le intensità massime per le grandi imprese possono essere maggiorate di 10 punti percentuali.
- Piccole imprese: le intensità massime per le grandi imprese possono essere maggiorate di 20 punti percentuali (per investimenti iniziali con costi ammissibili fino a 50 milioni di euro).
È importante sottolineare che la Carta ha subito aggiornamenti e modifiche nel corso del tempo. Nel 2023, ad esempio, sono state apportate modifiche relative alla maggiorazione delle intensità di aiuto per i territori del Fondo per una transizione giusta (provincia di Taranto e Sulcis-Iglesiente) e per la regione Lazio. Nel 2024, ulteriori modifiche hanno riguardato gli investimenti contemplati dalla piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa (regolamento STEP).
Strumenti finanziari e Programmi Operativi Regionali: un focus sulle Regioni
Un altro aspetto cruciale per comprendere la distribuzione dei benefici è l’analisi dei Programmi Operativi Regionali (POR) e dell’utilizzo di strumenti finanziari nelle diverse regioni italiane. I dati pubblicati dall’Agenzia per la Coesione Territoriale, con il Rapporto sugli strumenti finanziari cofinanziati dai Fondi strutturali europei di aprile 2020, evidenziano una notevole eterogeneità tra le regioni:
- Lombardia, Puglia e Calabria si distinguono per aver programmato l’ammontare maggiore di risorse attraverso strumenti finanziari, superando i 400 milioni di euro ciascuna.
- Lazio, Piemonte, Sicilia, Sardegna e Toscana seguono con importi compresi tra 100 e 200 milioni di euro.
- Altre regioni, come Campania, Emilia-Romagna, Liguria e Umbria, si attestano tra 50 e 90 milioni di euro.
- Veneto e Molise presentano valori più contenuti, inferiori ai 15 milioni di euro.
Se si considera la percentuale di utilizzo degli strumenti finanziari rispetto al totale delle risorse dei POR, la Lombardia si conferma al primo posto (23%), seguita da Calabria, Lazio, Piemonte, Liguria, Sardegna, Umbria, Abruzzo e Toscana (tra il 7% e il 10%).
Questi dati suggeriscono che alcune regioni hanno una maggiore propensione all’utilizzo di strumenti finanziari per sostenere lo sviluppo economico, mentre altre potrebbero avere margini di miglioramento in questo ambito.
Quali sono i settori strategici protagonisti dei bandi statali
I bandi statali, pur rivolgendosi a un ampio spettro di imprese, si concentrano su alcuni settori strategici, considerati volano di sviluppo e innovazione per l’economia nazionale. Questi settori beneficiano spesso di finanziamenti a fondo perduto, prestiti agevolati che coprono oltre il 50% delle spese, e altre agevolazioni per progetti specifici. Tra i principali, spiccano:
- Edilizia: settore cruciale, al centro di bandi per la ristrutturazione urbana, la costruzione di infrastrutture pubbliche e l’edilizia abitativa, con l’obiettivo di stimolare la crescita e l’occupazione.
- Ricerca e Innovazione: motore della competitività, questo settore riceve sostegno attraverso bandi che finanziano progetti di ricerca di alta qualità, sviluppo di nuove tecnologie e soluzioni innovative in diversi ambiti, promuovendo la collaborazione tra università, centri di ricerca e imprese.
- Ambiente ed Energia: la transizione verso un’economia sostenibile è prioritaria. I bandi supportano progetti di tutela ambientale, efficienza energetica e promozione delle energie rinnovabili.
- Turismo e Cultura: in un Paese come l’Italia, con un ricco patrimonio culturale e paesaggistico, i bandi mirano a promuovere un turismo sostenibile, valorizzare i beni culturali, rivitalizzare le zone turistiche e sostenere l’industria creativa e culturale.
In sostanza, questi quattro settori rappresentano le aree di intervento privilegiate dai bandi statali, in quanto considerati fondamentali per la crescita economica, l’innovazione e la sostenibilità del Paese.
Finanza agevolata: un alleato per la crescita e la competitività
Alla luce dei dati che abbiamo analizzato è evidente che la finanza agevolata offre alle imprese italiane strumenti finanziari e supporto per stimolare investimenti e sviluppo, con condizioni più vantaggiose rispetto al mercato. L’obiettivo è sostenere la crescita e la competitività, incentivando anche nuove imprese, soprattutto quelle innovative.
Le agevolazioni includono finanziamenti a fondo perduto, prestiti agevolati, crediti d’imposta e garanzie pubbliche. In termini di dimensioni, i beneficiari principali sono PMI e start-up innovative, sebbene vi siano misure ad hoc per le grandi imprese. Maggiore attenzione è rivolta alle imprese in difficoltà e settori specifici per intervenire laddove il sistema imprenditoriale italiano è più fragile.
In conclusione, bandi statali e finanza agevolata sono essenziali per il progresso economico e sociale italiano. Favoriscono la competitività, l’innovazione e l’occupazione, con un’attenzione particolare ai settori strategici.