In questo articolo vedremo insieme come avviare una coltivazione di mandorle in Italia, una coltura che ha molto da offrire per gli imprenditori agricoli in cerca di nuove idee di business.
In questi ultimi anni infatti il consumo di frutta secca in Italia ha visto un vero e proprio boom veicolato dalle nuove scoperte scientifiche circa gli enormi benefici per la salute nel consumo di tali prodotti.
Non solo noci quindi, ma anche pistacchi, pinoli e mandorle appunto. Come ben spiegato nel mio libro Azienda Agricola 2.0, la diversificazione sta alla base del successo di ogni azienda agricola di successo e pertanto sperimentare nuove colture sta alla base di un’attività agricola solida.
Il mandorlo è una pianta originaria dell’Asia, che fa parte della famiglia delle rosacee.
Esistono due varietà principali di mandorla: dolce e amara. Le mandorle dolci sono commestibili, quelle amare invece, contengono sostanze chimiche tossiche, e non sono considerate tali.
I frutti del mandorlo sono molto consumati in tutto il mondo, perché si possono mangiare tali e quali e sono molto utilizzate nelle preparazioni di torte, pasta di mandorle, crema di mandorle spalmabile, gelati, ecc.; nonché in considerazione del fatto che sono pieni di ottimi nutrienti, come l’omega 3, le vitamine del gruppo B, la vitamina E, e diversi sali minerali.
Questa pianta si adatta molto bene al clima mediterraneo, resistendo sia al calore estivo (anche se secco), sia alle basse temperature dell’inverno. Ed infatti, per quanto si adatta bene alle temperature del sud Italia, il mandorlo non soffre neanche le temperature più rigide, resistendo nel periodo di riposo vegetativo fino ai 25 gradi sotto lo zero. Tuttavia, in fase di fioritura, il mandorlo non sopporta le temperature sotto gli 0° C e le gelate, che provocano la morte dei fiori di questa pianta.
In Italia dunque, escluse le zone alpine, il mandorlo può essere coltivato praticamente ovunque. Ed infatti fino agli anni 50’ l’Italia deteneva il primato mondiale della produzione di mandorle, soprattutto grazie alla Sicilia e alla Puglia. Tuttavia con il passare degli anni e con l’arrivo di produzioni molto più competitive (come quella delle imprese statunitensi o australiane ad esempio), il Paese ha perso questo primato.
Varietà di mandorle in Italia
In Italia si trovano numerose varietà di mandorli. Ad esempio, tra le varietà più note vi è la “supernova”, un tipo di mandorlo a fioritura tardiva, che fruttifica presto e dà ottimi frutti dal guscio a volte duro, semiduro o tenero; è poi molto diffuso il tipo “genco”, che è autofertile ed ha una produzione costante, ma soprattutto fiorisce tardivamente rispetto alle altre specie, e dunque non corre il rischio di subire le gelate primaverili (per questo motivo è la specie più coltivabile nella zona nord del Paese); ci sono poi la “glorieta”, una varietà autosterile e con fioritura tardiva; oppure ancora la “tuono”, dal buon sapore, ma poco costante nella produzione.
Coltivare mandorle in Italia
La messa a dimora del mandorlo non differisce da quella usata per altri alberi da frutto. Un albero di mandorle può essere piantato usando dei semi o dei germogli. I semi permettono di provare l’esperienza di coltivazione dall’inizio, ma è il metodo che richiede più tempo e impegno. I germogli invece sono più pratici, ma anche più costosi.
Il mandorlo inoltre è una pianta da frutto coltivabile sia in giardino, sia nei contesti più ampi del frutteto da reddito, sia in vaso. Infatti la forma del mandorlo si presta molto bene per essere allevata in vaso.
Per la coltivazione del mandorlo utilizzando questa tecnica, il contenitore deve essere voluminoso, ovvero capace di assicurare terra a sufficienza alle radici che crescono molto, ed è necessario tenere conto che le piante in vaso devono essere irrigate e concimate con maggiore frequenza.
Per quanto concerne il terreno di coltivazione, questa pianta cresce bene generalmente sui suoli con un buon drenaggio, di medio impasto e ben dotati di sostanza organica. Tuttavia è impossibile determinare quale sia il tipo di terreno ideale per fare crescere un mandorlo, prescindendo dal tipo di pianta che si vuole coltivare (per esempio, ci sono piante di mandorlo che non tollerano i terreni ricchi di calcare e tendenti alla siccità).
Ad ogni modo, nella scelta del terreno è necessario sempre tenere conto che le radici di questa pianta hanno bisogno di andare in profondità nel terreno, e che sono in grado di tollerare dei periodi di siccità (non troppo lunghi ovviamente).
Per quanto riguarda l’irrigazione della pianta, il mandorlo non necessita di molta acqua. Tuttavia è bene munirsi di un sistema di irrigazione che consenta di fare fronte ad eventuali periodi prolungati di siccità, e comunque per migliorare la produzione.
A differenza dell’irrigazione, potare il mandorlo richiede invece un’attenzione particolare. Dunque, oltre ad una manutenzione continua volta a sfoltire i rami in sovrannumero, intricati e all’eliminazione delle parti secche e malate, nei primi anni di coltura in particolare (quelli della fase di allevamento), gli interventi devono essere per lo più volti alla formazione dello scheletro della pianta. Successivamente, quando la pianta inizia ad entrare nella fase di produzione vera e propria, ogni anno vanno eseguite potature che consentano di mantenere l’equilibrio tra la parte vegetativa e quella produttiva.
Il periodo di maturazione delle mandorle è compreso tra i mesi di agosto e settembre a seconda delle varietà, e da una pianta si possono raccogliere circa 6 o 7 kg di mandorle sgusciate.
Per quanto riguarda la raccolta delle mandorle si esegue quando sono secche, percuotendo le piante con appositi strumenti. Dopo questa operazione, è necessario eliminare la parte esterna del frutto (se si tratta di poche piante può essere fatta anche manualmente, altrimenti richiede delle macchine professionali).
Prevenire e trattare le malattie del mandorlo
Il mandorlo può essere soggetto a diverse patologie, soprattutto nelle zone e nelle annate caratterizzate da grande umidità. Le patologie più comuni del mandorlo sono, ad esempio, il corineo, che si distingue per le piccole macchie circolari sulle foglie e sui rami, e a volte anche per le macchie rosse sui frutti; la bolla, che si manifesta sulle foglie con bolle estese appunto; i mandorli possono anche essere colpiti da batteri come il cancro dei rametti, che si manifesta con macchie brune che si formano sui rami.
Per prevenire queste patologie esistono diverse tecniche disinfettanti, come ad esempio spennellare i tronchi con la pasta per tronchi biodinamico, ovvero intervenendo ai primi sintomi della malattia con il polisolfuro di calcio.
Altro pericolo sono poi gli insetti dannosi, come ad esempio la cimicetta del mandorlo, che sottrae la linfa dalle foglie della pianta, le quali ingialliscono ed iniziano a cadere. Anche contro gli insetti ci sono fortunatamente delle soluzioni, sebbene è consigliabile evitare i trattamenti con insetticidi convenzionali non selettivi, che possono causare ustioni alle piante danneggiandole.