Vuoi diventare esploratore del mondo?
E’ inutile nascondersi dietro un dito, diciamocela la verità, non tutti i lavori sono uguali.
Ci sono lavori poco gratificanti che nessuno vorrebbe mai fare, e ci sono lavori invece che sono capaci di accendere la fiamma della passione.
Uno di questi è sicuramente il lavoro dell’esploratore.
Da sempre l’uomo è affascinato dall’avventura, dalla scoperta, dalla conquista di nuovi orizzonti, quel desiderio innato di curiosità che risiede dentro di noi e che ha portato allo sviluppo della società umana.
Non sarebbero esistiti imperi, esplorazioni, spedizioni scientifiche, nulla di questo esisterebbe senza l’ardente passione per la scoperta e l’esplorazione.
Pensa alla voglia di viaggio e conquista degli Antichi Romani, o le spedizioni suicide dei Vichinghi che su piccole imbarcazioni di legno affrontavano il mare aperto, o il grande impero di Carlo Magno che più di 1000 anni fa comprendeva tutto il mondo conosciuto all’epoca.
Il fascino dell’ignoto ha forgiato il destino dell’umanità nel bene e nel male.
Oggi la situazione è ben diversa, per assaggiare il brivido della scoperta e appagare il proprio desiderio di avventura non avrai bisogno di spade e scudi, ma di una serie di competenze utili alle associazioni che operano nel mondo e organizzano spedizioni scientifiche.
La strada per diventare esploratore professionista
Come già accennato, oggi non saranno le tue doti da condottiero ad aprirti la strada delle esplorazioni, la natura delle spedizioni infatti è cambiata, oggi più che guerra le spedizioni sono sinonimo di pace e sviluppo sostenibile.
Le esplorazioni sono prevalentemente di carattere scientifico rivolte alla protezione e alla conservazione dell’ambiente messo in pericolo dall’incontrollato sviluppo delle attività umane.
Non a caso questa era geologica è chiamata “Antropocene“, l’era dell’uomo.
La crescita demografica esponenziale e l’avidità umana per il profitto infatti stanno distruggendo habitat naturali antichissimi, non a caso quasi tutte le specie selvatiche sono in via d’estinzione e se nulla verrà fatto presto perderemo un tesoro di biodiversità irrecuperabile.
Per arginare il fenomeno, ci sono tantissime organizzazioni che organizzano esplorazioni ai quattro angoli del pianeta per documentare la bellezza che ancora rimane.
Ovviamente le spedizioni non sono solo a carattere scientifico naturalistico, ci sono anche tante altre opportunità in altri campi.
Penso alle campagne sul sociale sullo stile della magnifica Emergency, la Onlus del mitico Gino Strada (uno dei miei eroi preferiti) che organizza spedizioni di carattere umanitario nelle zone più devastate dalla guerra, o penso alle spedizioni di volontariato internazionale per la lotta dei diritti civili e così via.
Ogni diverso settore organizza le proprie campagne in giro per il mondo, ma data la mia formazione naturalistica scientifica, in questo articolo mi occuperò prevalentemente del mio settore, quello della conservazione della natura.
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Come diventare esploratore
Se vuoi diventare un esploratore e prendere parte a questo magnifico movimento che lavora per la protezione dell’ambiente, devi sin da subito metterti a lavoro per acquisire le competenze necessarie per diventare un candidato idoneo alle esplorazioni.
Le competenze che acquisisci sono ovviamente la base del progetto di diventare esploratore sulla quale fondare la tua futura carriera.
Tutto il percorso inizia dalla facoltà universitaria che scegli.
Se vuoi lavorare nella conservazione della natura, una laurea tra biologia, geologia, scienze naturali ti sarà di enorme aiuto. Il motivo è lo stesso per chi vuole andare ad aiutare Emergency, ci sarà sempre una via dedicata per medici e infermieri.
Ma non disperare, se non hai l’età per la laurea, se in passato ne hai scelta un’altra, non preoccuparti, ci sono tanti ruoli che puoi ricoprire in una spedizione.
Negli ultimi anni il boom di internet ha portato alla necessità per tutti di creare una propria visibilità online.
Ecco che l’azienda o l’associazione ambientalista avrà bisogno di un bravo fotografo, di un videomaker, di un esperto social manager, di uno scrittore e così via.
Ovviamente tra i requisiti di base c’è la conoscenza delle lingue straniere.
Lasciamelo dire, senza inglese stai a casa e non pensare nemmeno di mettere la testa fuori.
Oggi non ci sono più scuse per un italiano che sogna di viaggiare all’estero di non conoscere quanto meno l’inglese.
L’epoca dei nostri nonni è finita, oggi viviamo nell’epoca della globalizzazione, delle condivisione della conoscenza, della comunicazione, e tutto questo avviene in lingua inglese.
Lo so, lo sai, è dura da accettare, ma hanno vinto loro, gli inglesi, la loro lingua è la lingua del pianeta terra e prima la impari e meglio è.
Per aumentare le tue possibilità di partecipare ad una spedizione studia anche spagnolo e francese, due lingue diffuse in molti paesi al mondo.
Un vantaggio aggiunto che pochi hanno è la conoscenza di lingue locali che potrebbero diventare il tuo asso nella manica nel processo di selezione.
Io ad esempio sono un profondo amante dell’Indonesia, è stato amore a prima vista, è diventata come un’ossessione e finalmente a breve ritornerò in questa fantastica terra.
Nel frattempo sto studiando le basi dell’indonesiano, nella vita non si sa mai.
In un modo o nell’altro devo trovare il modo di comunicare con i miei nuovi amici 🙂
Nel frattempo che aspetti la tua prima esplorazione, prendi dei brevetti utili alla causa.
Penso al brevetto di immersioni subacquee, un corso di sopravvivenza, al primo soccorso medico, scuola di vela, patente di guida, guida ambientale, corso Gps, eccetera.
E’ importante avere un profilo variegato e quanto più completo per dare una forma alla tua professionalità.
Esci a far esperienza
Chi sogna di fare l’esploratore immagina se stesso mentre scala l’Everest, oppure in mezzo alla Foresta Amazzonica con gli indigeni, o ancor meglio nelle foreste del Borneo a salvare gli orango tanghi, o perché no nuotare con le balene al largo dell’isola di Tonga, con il solo risultato di perdere tempo utile e procrastinare.
Conosco bene questo aspetto perché anche io l’ho vissuto.
Sognare ad occhi aperti è bello, ma fidati è lo sbaglio più grande che puoi fare.
Non c’è bisogno di attraversare oceani e scalare vette per vivere un’avventura in mezzo alla natura perché sicuramente puoi viverne una a mezzora di auto da casa tua.
Per quel che se ne dica della politica eccetera, l’Italia rimane un paese meraviglioso ricco di biodiversità, flora e fauna unici al mondo, laghi, fiumi e boschi, parchi nazionali, sentieri e abbazie nascoste.
Inizia da quello che ti circonda, mettiti alla prova, inizia a vivere la tua avventura da quello che il tuo ambiente ti offre.
Organizza la tua prima esplorazione
Le spedizioni in mezzo alla natura comporta un certo spirito di adattamento, lunghe e faticose camminate, letti improvvisati e sforzi fisici prolungati.
Per dimostrare agli altri, ma soprattutto a te stesso, che sei capace di fare l’esploratore devi organizzare una tua avventura.
Per creare una spedizione di successo non devi lasciare nulla al caso.
Inizia da un’attenta pianificazione e obiettivi della campagna.
Recati in biblioteca, naviga online, leggi qualche rivista locale, la fonte non importa, ma inizia con la definizione dell’obiettivo.
Partendo dal territorio italiano, alcune idee potrebbero essere la riscoperta di un vecchio monastero abbandonato, oppure la ricerca di qualche pianta rara, o la raccolta fotografica di un qualche animale selvatico.
A te la decisione.
Una volta scelto il tema della spedizione, pianifica nel dettaglio tutte le varie fasi.
Comincia a stabilire l’itinerario necessario per compiere la missione.
All’inizio non strafare, stabilisci un obiettivo facile con un itinerario breve che non superi la durata di un weekend.
Percorrere sentieri nei boschi è pericoloso senza l’adeguata esperienza.
Puoi iniziare seguendo un percorso segnalato in precedenza dalle guide escursionistiche.
Gli strumenti principali sono la carta topografica e la bussola, o ancor meglio il GPS.
Esistono due tipi di GPS, quello non cartografico e quello cartografico.
Il primo puoi stabilire dei punti su un fondo bianco, mentre il secondo ha la mappa.
Ovviamente il secondo costa qualcosina in più.
Cerca su Amazon i modelli di tuo interesse.
Fondamentale sarà la tua capacità di osservazione dei dettagli che ti circondano.
Ti consiglio di esplorare sempre con un compagno e di avere un dispositivo per comunicare con i soccorsi in caso di problemi.
Molto importante è la scelta dell’attrezzatura che dovrà essere leggera e confortevole.
Documenta i tuoi progressi
Per dimostrare al mondo il lavoro di preparazione che stai facendo devi documentare la tua esperienza attraverso video, foto e testi.
Oggi creare un video o fare un a foto è più semplice rispetto al passato, ma questo non significa che sia facile fare una bella foto o creare un bel video.
Tutti possono fare un video o una foto di bassa qualità, pochi invece sono capaci di fare un bel lavoro.
Non ci sono né trucchi né inganni, per diventare bravi bisogna impegnarsi a studiare e fare esperienza diretta.
Non a caso il famoso fotografo Henri Cartier-Bresson una volta ha detto che “Le tue prime 10000 fotografie sono le peggiori!”.
Non c’è altra scelta che lavorare, formarsi, studiare con entusiasmo e mettere alla prova le nozioni apprese giorno dopo giorno per una vita intera.
Siamo abituati ad una società mediatica che si sofferma sui successi improvvisi e che volutamente dimentica gli anni di duro allenamento alle spalle.
Guarda gli atleti olimpionici, hai per caso visto qualche troupe televisiva seguire le estenuanti ore di allenamento di un maratoneta?
Tu sei come quell’atleta che per un minuto di gloria deve lavorare anni e anni.
Una volta che hai del materiale a sufficienza, organizza tutto in un album, in un libro, in un gruppo online, in un sito personale, organizza il lavoro per offrirlo come testimonianza della tua professionalità.
Il coronamento di un sogno: lavorare per il National Geographic
Tutti coloro che sognano di diventare esploratore affermano di voler lavorare per il National Geographic.
E come biasimarli, non a caso il NG è l’associazione di esploratori per eccellenza, l’associazione che ha fatto sognare intere generazioni di esploratori, viaggiatori, scrittori, fotografi, avventurieri.
Ma NG non è la partenza, il National Geographic è l’arrivo.
Tranne pochi, anzi pochissimi, casi particolarmente fortunati, si arriva al National Geographic dopo una vita di lavoro documentato, di esperienza pregressa e di una certa fama raggiunta.
Considera inoltre che sono ormai anni che il National Geographic non assume più fotografi o esploratori direttamente, ma commissiona lavori a freelance dopo aver valutato le loro proposte.
Per lavorare per loro devi prima affermarti nel tuo campo di esperienza, devi costruire un tuo nome intorno all’argomento, devi dimostrare di saper fare con i fatti e non con le parole.
Lo so, la vita reale è diversa dal sogno, immagina quante sono le persone nel mondo che vogliono lavorare per l’associazione, in qualche modo devono pur mettere dei paletti all’ingresso.
Difficile significa impossibile?
No, mai, la bellezza di un sogno è nascosta proprio nella sfida e nel viaggio necessario per raggiungerlo, senza difficoltà non varrebbe nemmeno la pena partecipare.
Come diventare esploratore: considerazioni finali
Se credi nei sogni, questo articolo e tutto il blog è il posto giusto per te.
Quando racconti i tuoi sogni agli altri, mi raccomando preoccupati che almeno una buona percentuale di loro ti credano un folle e pazzo.
Se nessuno ride di te e dei tuoi progetti, significa che non sono abbastanza ambiziosi.
Uno dei miei scrittori preferiti, Tiziano Terzani, diceva spesso che: “quando ti trovi di fronte due strade, una che va in salita e l’altra che va in discesa, prendi sempre quella che va verso l’altro, ti troverai sempre bene”.
Ti saluto con l’augurio che tu come me possa raggiungere i tuoi sogni e di diventare un giorno un famoso esploratore.
Il mondo ha bisogno di persone che amano alla follia il proprio lavoro.
Alessandro
Complimenti per l’articolo,molto interessante. Vorrei chiederle se una facoltà di Agraria possa essere,secondo lei,un punto di partenza per intraprendere un percorso simile a quello che ha descritto.