Come si gestisce un’azienda agricola competitiva?

Ho scritto decine, forse centinaia, di articoli sulle aziende agricole e chi segue il blog sa bene come si gestisce un’azienda agricola di successo.

Le regole del successo sono poche e facili da implementare, tuttavia sono pochi gli imprenditori agricoli che le applicano a dovere.

Basta accendere la tv per vedere le legittime proteste dei pastori sardi per notare che forse qualcosa non funziona nel mondo agricolo italiano.

Da una parte agricoltori e allevatori che vendono i propri prodotti a prezzi inferiori al costo di produzione e dall’altra la grande distribuzione che macina profitti miliardari pagando pochissimo le materie prime che verranno poi trasformate in prodotti secondari.

Se a questa situazione si aggiunge lo stato italiano che come è noto non è amico dell’impresa, ecco nascere scene come queste.

come si gestisce un'azienda agricola di successo

Cosa deve fare un giovane che vuole investire e aprire un’azienda agricola di successo?

Deve innanzitutto leggere Azienda Agricola 2.0 e poi seguire alla lettera i consigli e i passi per gestire un’azienda agricola di successo qui di seguito.

Leggerezza

Un’azienda agricola di successo deve essere leggera nel senso che non deve pagare migliaia di euro ogni mese per via dei mutui e dei finanziamenti presi.

Questo è un errore comune di molti imprenditori, non solo agricoli, si cerca infatti il prodotto perfetto, la produzione perfetta e tecnologica, il catalogo prodotti vasto, i troppi prodotti, i troppi macchinari, il troppo tutto.

Bisogna partire leggeri, questa è una legge ormai consolidata e confermata anche dai migliori startupper americani.

Bisogna investire gradualmente, ci sono aziende milionarie che hanno un solo prodotto a catalogo e magari lo commercializzano solamente.

Non hai bisogno della distesa intera del Tavoliere delle Puglie per lanciare un brand mondiale di olio di oliva extravergine, parti leggero e arriverai pesante di soldi all’arrivo.

Quando si pianifica un’azienda agricola si deve investire non più del 60% del capitale disponibile, il restante 40% sarà necessario per i punti che seguono.

Branding

Il brand di un’azienda non è il logo e la copertina del catalogo, ma il segno distintivo della stessa che la distingue dal resto delle aziende. Racchiude il valore totale dell’azienda che rifletterà la sua comunicazione, la sua immagine, tutto quello che identifica il marchio verso il suo pubblico di riferimento.

Un’azienda agricola di successo comunica prodotti di qualità, a chilometro zero, sicuri dal punto di vista alimentare e nutrizionale.

Se un’azienda agricola non riesce a comunicare tali valori, presto o tardi si ritroverà in piazza insieme agli altri imprenditori a lottare per il proprio fatturato schiacciato dallo stato e dalla grande e spietata distribuzione che cerca solo il prezzo.

Certo, non tutte le aziende agricole possono avere un forte brand, ma se non hai nemmeno una piccola cerchia di clienti affezionati che comprano i tuoi prodotti, forse forse una mezza domanda dovresti fartela.

Contatto diretto

Ecco quindi passare al terzo punto per gestire un’azienda agricola di successo e cioè la vendita diretta.

Un’azienda agricola con pochi debiti che ha investito nel proprio brand non avrà problemi ad investire in una rete commerciale diretta presso la propria azienda o prezzo una piccola rete di rivenditori.

Immagino non sia necessario aggiungere che vendere al consumatore finale significa incrementare i margini di profitto e quindi la redditività della tua azienda. Lo stesso vale con una rete di negozi locali che commercializzano i tuoi prodotti direttamente al consumatore.

Certo, per farlo bisogna ritornare al punto sopra e cioè che senza un brand costruito a tavolino non puoi farlo perché nessuno ti conosce.

Internazionalizzazione

Non me ne vogliano i pastori sardi, ma se nel corso degli ultimi decenni invece di incrementare la produzione avessero incrementato il loro brand all’estero, queste proteste non sarebbero successe.

Prendiamo un caso di successo a me vicino, e cioè il consorzio dei produttori del Verdicchio.

I produttori di vino non sono una casta di imprenditori agricoli, ma un modello economico di business da seguire. Da decenni ormai hanno unito le proprie forze, hanno creato un marchio di qualità e ora vendono in tutto il mondo ai prezzi che decidono loro.

Mi spiegate perché il Pecorino Romano Dop italiano deve subire la concorrenza del Parmesan australiano o dell’orribile formaggio tedesco che di latte non ha nulla?

Cari produttori, unite le forze, create un brand, investite in marketing, in brand, in comunicazione, venite nelle Marche a conoscere i produttori di Verdicchio, portatevi carta e penna e fatevi raccontare la loro esperienza.

Non vedo competizioni per il miglior formaggio sardo, non vedo assaggiatori venire da tutto il mondo, scusate ma vedo molta impreparazione in molti settori di marketing e di comunicazione.

E’ ora di fare quel piccolo passo in più, smettere di prendersela con la luna e puntare tutto sul brand e l’internazionalizzazione dei propri prodotti di qualità.

Web

Anche il panettiere sotto casa o il bidello delle elementari ha ormai il suo sito e la sua strategia di comunicazione. Il web è la vetrina sul mondo, la porta d’accesso verso l’olimpo degli imprenditori.

Le aziende agricole di successo investono in video, in articoli, in foto, in tutto quello che possa rappresentare al meglio i valori della propria azienda.

Non è un mistero che la stragrande maggioranza delle aziende agricole italiane dovrebbe fare un respiro profondo, fermarsi e rivedere completamente la propria strategia.

Sei tu imprenditore agricolo capace di fare questo ulteriore passo?

Chi coltiva la terra è forte e io sono certo che riuscirà a vincere questa sfida.