Oggi, su Aprire Azienda, parliamo della partita Iva agricola, dei requisiti necessari per avviarla e soprattutto le modalità per creare la propria attività agricola.
E’ molto importante dare questo tipo di informazioni in quanto la burocrazia italiana non è sempre lineare e di facile comprensione, molte volte infatti è necessario avvalersi di professionisti solo per comprendere leggi e regolamenti.
Ed è con quest desiderio che andiamo ad approfondire il discorso sulla partita Iva agricola italiana.
Questo è un argomento molto importante perché ci sono sempre più giovani che aspirano ad avviare una propria attività agricola.
Chi per passione o vocazione, chi per necessità, il settore agricolo sta vivendo una vera e propria rinascita che parte dai giovani e dalle nuove tecnologie.
Il made in Italy è il patrimonio più importante del paese, tuttavia serve molta competenza e professionalità per crescere e mantenere costanti i profitti dell’azienda.
Non a caso i piccoli imprenditori agricoli legati alla grande distribuzione stanno soffrendo per via della concorrenza estera, mentre le aziende innovative capaci di raggiungere il cliente finale riesce a prosperare.
Ho scritto una guida dettagliata che affronta nei dettagli le soluzioni per le imprese agricole italiane, ti consiglio di dargli un’occhiata nel link qui sotto.
Dopo questa breve introduzione, andiamo a vedere nel dettaglio cos’è, e soprattutto come aprire, una partita Iva agricola.
A chi serve la partita iva agricola
Tutti coloro che hanno intenzione di avviare un’azienda agricola dovranno aprire una posizione di partita iva agricola.
Le figure professionali legate al mondo agricolo sono i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli che possono lavorare come imprenditori unici o formare delle società agricole.
Per i dettagli e le forme, ti consiglio vivamente di leggere Azienda Agricola 2.0, un faro che ti illuminerà la notte della burocrazia italiana.
A differenza dei regimi normali, la partita iva agricola ha delle regole differenti che si adattano alla natura dell’attività.
Solo chi lavora in agricoltura e alle attività ad essa legata potranno aprire una partia iva agricola ottenendo i relativi vantaggi e agevolazioni.
Ho ampiamente spiegato quali sono le figure professionali che hanno diritto alla partita iva agricola, se vuoi approfondire, leggi l’approfondimento sull’imprenditore agricolo.
La normativa italiana definisce l’imprenditore agricolo il soggetto che, titolare di partita IVA, esercita attività legate alla coltivazione della terra, all’allevamento o alla selvicoltura.
Queste sono le condizioni per poter aprire ua partita iva agricola.
La partita IVA agricola ha il con codice ATECO 01 agricoltura (il codice ATECO è il numero che identifica il settore della tua attività).
Quando e come aprire una partita Iva agricola
Se il tuo hobby di coltivare la terra sta piano piano crescendo e vuoi espanderti, allora forse arriva il momento di mettersi in regola.
Ricorda, se vuoi vendere i frutti della tua terra dovrai necessariamente aprire una partita iva agricola. Mi rendo conto che questo potrebbe sembrare un passo azzardato se produci poco, ma è il solo modo di difenderti da eventuali problemi fiscali e legali.
Immagina di vendere una tua frutta e uno dei tuoi clienti si sente male, avresti dei seri problemi. Nonostante possa sembrare complicato, aprire la posizione iva è facile e ha delle forti agevolazioni per chi fattura poco.
Esistono infatti 3 tipi di regime, esonero, speciale ed ordinario, tre tipologie che vedremo nel dettaglio qui di seguito.
Per il momento devi sapere che se vuoi regolarizzare la tua attività e vendere i tuoi prodotti in maniera legale e legittima, devi sempre e comunque aprire la partita Iva agricola.
Per aprire la partita IVA agricola procurati documento d’identità, codice fiscale e visura e titolo di possesso del terreno se nell’impresa userai un terreno di tua proprietà.
Con i documenti alla mano, puoi seguire una delle tre vie disponibili:
- Rivolgendosi alla Coldiretti: a seguito di un versamento di poche decine di euro, l’ufficio si occuperà delle pratiche.
- Tramite Comunicazione unica: dopo la riforma, è possibile registrarsi online attraverso il portale Comunica.
- Direttamente all’Agenzia delle entrate: documenti alla mano, recati nell’ufficio competente per poi recarti all’INPS per aprire la tua posizione pensionistica.
Se vuoi essere sicuro al 100%, recati alla Coldiretti per ricevere assistenza.
Regime di esonero
Il vantaggio di rientrare nel settore agricolo è la presenza del regime di esonero per tutti i produttori agricoli che nell’anno solare precedente non hanno superato o, prevedono di non superare, un volume d’affari uguale o inferiore a 7.000 euro.
Il reddito deve essere costituito per almeno due terzi da cessioni di prodotti di agricoli derivanti dall’attività.
Il piccolo imprenditore agricolo che rientra nel regime di esonero ha l’opportunità di:
- non pagare né incassare iva;
- non tenere contabilità;
- non presentare la dichiarazione iva.
Il solo obbligo è quello di inviare per via telematica le fatture che devono essere archiviate e numerate, ma non registrate. Il produttore può scegliere di passare al regime ordinario se lo ritiene necessario.
Questa formula è pensata per i piccoli produttori che non hanno grosse spese da scaricare come l’acquisto di macchinari o di materie prime.
Regime speciale
Il regime speciale Iva (art. 34 D.P.R. n. 633/72) è per gli agricoltori il regime normale che si applica a tutti indistintamente, fatta salva la facoltà di esercitare l’opzione per il regime Iva normale.
Si tratta di un regime speciale di detrazione dell’IVA. In particolare, la detrazione dell’IVA viene calcolata in via forfetaria mediante l’applicazione delle percentuali di compensazione sull’ammontare delle cessioni di prodotti agricoli. L’IVA assolta sugli acquisti è pertanto indetraibile e non si può mai andare a credito d’IVA.
In sostanza, l’Iva in detrazione non avviene in maniera analitica sulla base dell’Iva pagata ai fornitori, ma viene determinata in via forfettaria mediante l’applicazione delle percentuali di compensazione sull’ammontare delle cessioni di prodotti agricoli.
Per trovare un riscontro, si può avvicinare il regime speciale agricolo al sistema forfettario per i liberi professionisti che non superano i 30.000 euro annui. Da tenere a mente le percentuali di compensazione di Iva nel regime speciale che di volta in volta andranno a determinare il quantitativo di iva da versare.
Ci deve essere un presupposto soggettivo e uno oggettivo per poter rientrare nel regime speciale:
- Oggettivo: il regime si applica solo alla cessione di prodotti agricoli e loro derivati;
- Soggettivo: solo gli imprenditori agricoli possono accedere al regime speciale.
Esempio di allevatore che vende 10.000 euro di latte prodotto dai propri allevamenti:
Aliquota IVA: 10%
Percentuale di compensazione: 8,8 %
IVA relativa alle operazioni imponibili: 10.000×10%= 1.000€
IVA detraibile 10.000 x 8,8 % = 880 €
IVA da versare 1000 – 880 = 120 €
Gli agricoltori in regime speciale e gli agricoltori in regime di esonero sono esonerati dall’obbligo di emissione dello scontrino fiscale.
Gli agricoltori in regime speciale devono comunque tenere il registro dei corrispettivi sul quale va annotato giornalmente (entro il giorno non festivo successivo) l’importo complessivo delle vendite al dettaglio effettuate.
I soggetti Iva sono obbligati a tenere (salvo eccezioni) i seguenti registri:
– registro IVA degli ACQUISTI
– registro IVA delle FATTURE EMESSE
– registro CORRISPETTIVI (per chi effettua vendite al minuto).
Gli imprenditori agricoli in regime di esonero sono esclusi dall’obbligo di tenuta dei suddetti registri. I soggetti passivi Iva trasmettono telematicamente all’Agenzia delle entrate i dati di tutte le fatture emesse e ricevute nel trimestre di riferimento, incluse le bollette doganali, nonché i dati delle relative variazioni
Regime ordinario
Tutti gli imprenditori agricoli possono decidere di optare per il regime ordinario e determinare l’IVA applicando le normali regole valide per tutti i soggetti passivi IVA, cioè allo stesso modo dell’imprenditoria non agricola.
In pratica, l’IVA da versare si calcola dalla differenza tra l’IVA delle vendite e quella sugli acquisti.
Con il regime ordinario si può andare a credito d’IVA se l’IVA sugli acquisti è maggiore dell’IVA sulle vendite.
L’opzione per il regime ordinario è vincolante per un triennio. Il cambio di regime può essere fatto solo ad inizio anno.
Soltanto gli agricoltori che hanno optato per il regime ordinario sono obbligati ad emettere lo scontrino fiscale.
La somma giornaliera degli scontrini fiscali emessi va annotata (entro il giorno non festivo successivo) sul registro dei corrispettivi.
Vantaggi dell’imprenditore agricolo
Il settore agricolo è storicamente avvantaggiato dal punto di vista legislativo perché da sempre è uno dei pilastri dell’economia italiana.
Il made in Italy infatti non ha eguali al mondo, è un punto di forza del nostro paese perché è irripetibile al di fuori del nostri confini.
Ma non è solo questa la ragione per cui le aziende agricole hanno regimi speciali, le motivazioni infatti arrivano fin su ai piani alti dell’Unione Europea che sin dagli inizi ha agevolato il settore agricolo europeo attraverso una politica di finanziamenti con lo scopo di favorire lo sviluppo del settore.
Se ti interessa approfondire, ho scritto un articolo proprio sui finanziamenti in agricoltura.
Altre agevolazioni è ad esempio i regimi speciali elencati qui sopra, la possibilità di acquistare gasolio agricolo e aliquote speciali per il pagamento delle tasse.
I benefici tributari per un Imprenditore Agricolo Professionale iscritto all’Inps sono: imposta catastale pari all’1% nell’acquisto di terreni (lo IAP non iscritto paga un’imposta dell’8%, un soggetto non IAP del 15%), imposta ipotecaria di registro fissa e oneri notarili ridotti del 50% nonché rivalutazione fiscale del 5% anziché del 15% dei redditi fondiari (sia dominicali che agrari) dei terreni agricoli posseduti e condotti da IAP e coltivatori diretti.
È poi prevista anche l’agevolazione fiscale per l’acquisto di terreni agricoli e relative pertinenze da parte di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali (IAP), iscritti nella relativa gestione previdenziale ed assistenziale
Aprire azienda agricola: considerazioni finali
Non ho mai detto a nessuno quanto sia bello e facile avviare un’azienda agricola. Poco importano i vantaggi fiscali e le agevolazioni, aprire un’attività è una missione di vita, variabili coinvolte moltissime, non tutti hanno il coraggio e la determinazione necessari per diventare imprenditori agricoli di successo.
Ricorda, la terra è bassa, l’inverno è freddo e l’estate calda, se hai un sogno inseguilo, ma non partire da sprovveduto.
Studia, formati, datti del tempo, testa le tue qualità e soprattutto la tua capacità di adattamento ad uno stile di vita unico, affascinante, ma impegnativo.
Non c’è miglior modo per partire preparati se non quello di informarsi sui mercati, le leggi, i finanziamenti, tutte cose che puoi trovare nel mio libro azienda agricola 2.0 che ho scritto con passione e impegno con la speranza di aiutare quante più persone possibili a raggiungere il proprio sogno imprenditoriale.
Tutto perfetto. Ma se uno ha ereditato 3000 mq di terreno dai genitori come deve fare per mantenerlo pulito considerato che non può acquistare un trattore poiché non è coltivatore diretto ma bensì un dipendente.Quale soluzioni ci sono.
Mia figlia vorrebbero aprire una azienda agricola ma deve essere residente li per aprirla
Se si è titolare di partita Iva agricola a regime esonero ne non si hanno altri lavori e contratti di lavoro subordinato o da dipendente si deve pagare inps?