Chi è il piccolo imprenditore agricolo per aprire un’azienda agricola

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Vediamo oggi la definizione di piccolo imprenditore agricolo.

Il piccolo imprenditore agricolo è colui che si occupa di un’attività economica, finalizzata alla produzione e allo scambio di determinati beni e servizi attraverso una propria azienda agricola.

Tale attività può essere relativa alla coltivazione del fondo agricolo o del bosco, o all’allevamento di animali. Ma anche una serie di operazioni riguardanti: la manipolazione, la conservazione, la trasformazione, la commercializzazione e la valorizzazione di beni ottenuti principalmente dalla coltivazione del fondo o del bosco, o dall’allevamento di animali.

Inoltre, è considerato imprenditore agricolo anche chi svolge attività che sono dirette a fornire beni o servizi attraverso l’uso prevalente di risorse appartenenti direttamente all’azienda agricola di cui si occupa.

Alla figura di imprenditore agricolo è equiparato anche l’imprenditore ittico.

Va anche precisato che tra le pratiche dell’imprenditore agricolo possono esserci anche alcune attività atipiche, come per esempio la tenuta della contabilità dell’azienda agricola.

Più sinteticamente, l’imprenditore agricolo è colui che è impegnato in attività riguardanti la coltivazione del fondo, la selvicoltura, l’allevamento di animali e le attività correlate (anche dette attività agricole per connessione, come per esempio la produzione di vini e formaggi con prodotti e/o risorse provenienti principalmente dall’azienda agricola).

In passato non si parlava quasi mai della figura di imprenditore agricolo: c’erano i contadini e i proprietari terrieri. I contadini quasi mai riuscivano a diventare proprietari terrieri, al massimo, potevano sperare di ottenere un appezzamento di terra utile poco più al sostentamento proprio e quello familiare.

Oggi invece i due ruoli non sono più così nettamente distinti, perché nella maggior parte dei casi un contadino è anche un proprietario terriero, e viceversa.

Dalla figura dell’imprenditore agricolo è possibile fare anche un’altra distinzione, ovvero quella tra piccolo imprenditore agricolo e imprenditore agricolo professionale. In questo articolo, dal prossimo paragrafo, approfondiremo meglio il concetto di piccolo imprenditore agricolo, e come diventarlo.

Definizione di piccolo imprenditore agricolo

Il piccolo imprenditore agricolo si dedica in modo diretto alle attività che svolge un imprenditore agricolo (coltivazione dei terreni di sua proprietà o che ha preso in affitto, allevamento del bestiame, e/o attività connesse).

Infatti, in base alla legge si può parlare di piccolo imprenditore agricolo quando colui che si dedica all’agricoltura, e/o alle attività connesse, dedica a tali attività almeno 104 giornate all’anno. Inoltre, provvede in maniera autonoma (o anche con l’aiuto dei suoi familiari) ad almeno 1/3 del fabbisogno lavorativo annuale che è necessario per gestire la sua azienda agricola.

Come diventare piccolo imprenditore agricolo

Diventare imprenditore agricolo richiede necessariamente delle competenze tecniche, a livello gestionale (specialmente per l’imprenditore professionale) ma anche dal punto di vista agricolo stesso.

Inoltre, il requisito essenziale a norma di legge per essere piccolo imprenditore agricolo è quello di esercitare un’attività che viene organizzata principalmente con il lavoro proprio e di quello della propria famiglia.

Ad esempio, il coltivatore diretto di fondo (che viene contemplato nell’articolo 2135 del codice civile, ed è appunto un piccolo imprenditore agricolo) è colui che possiede o ha preso in affitto un fondo agricolo per coltivarlo con il proprio lavoro o con quello di un suo familiare.

Degno di nota è che i piccoli imprenditori agricoli (come anche gli imprenditori agricoli professionali) possono usufruire del vantaggioso Bonus Agricoltura 2020.

A tal fine, devono possedere i seguenti requisiti:

  • Un limite di età di 40 anni.
  • Una nuova iscrizione alla gestione previdenza agricola INPS oppure l’avvio di una nuova attività nel corso del 2020.

Tale bonus prevede come agevolazione più importante lo sgravio contributivo INPS del 100% per 24 mesi, il che vuol dire esonero totale dal pagamento dei contributi obbligatori per tale periodo. Ma include anche altri incentivi, come quelli riguardanti degli sgravi fiscali di durata triennale.