Allevare capre: quali sono le migliori razze di capre da latte

Il latte di capra ha registrato, negli ultimi anni, un’ importante rivalutazione da parte dei consumatori, così come i formaggi che ne derivano.  Ecco le razze più facilmente allevabili e maggiormente produttive

Scegliere di allevare capre è oggi una pratica piuttosto diffusa, sia per la produzione che ne deriva sia per la larga convinzione che possa annoverarsi tra gli animali da compagnia.

In un precedente articolo avevamo analizzato le migliori razze di capre da carne, oggi invece vedremo le migliori per la produzione di latte.

Come ampiamente spiegato sul manuale Azienda Agricola 2.0, oggi chi decide di avviare un’azienda agricola di successo deve saper diversificare e sicuramente l’allevamento caprino è un settore molto interessante.

La capra, o capra hircus, che conosciamo oggi non è nient’altro che il frutto di un incrocio tra quella selvatica del Caucaso e quella selvatica proveniente dall’Asia Minore.

La capra, o capra hircus, che conosciamo oggi non è nient’altro che il frutto di un incrocio tra quella selvatica del Caucaso e quella selvatica proveniente dall’Asia Minore.

Nel tempo poi, grazie a una fruttuosa selezione genetica, sono stati raggiunti numerosi miglioramenti, tanto da decretare una vasta classificazione di razze caprine sintetizzabili in tre grandi gruppi: quelle alpine o europee, di taglio medio-grande e molto produttive; quelle asiatiche dal pelo lungo e pregiato e quelle africane, caratterizzate dalle dimensioni piccole e dalla media produzione di latte.

È proprio la produzione di latte caprino a spingere gli allevatori nella scelta delle razze maggiormente proficue.

In Italia, in particolare, gli allevatori caprini si collocano in tutte quelle zone nelle quali il pascolo è particolarmente vantaggioso, sia relativamente alla vastità delle aree in questione, sia relativamente alla ricchezza vegetativa.

Nonostante si pensi che gli allevamenti di capre siano diffusi prevalentemente nelle zone collinari e montuose del Nord Italia, va detto che ne sono presenti moltissimi anche nelle regioni meridionali e nelle isole.

Ad aggiudicarsi il primato è infatti la Sardegna, che vanta il 23% della produzione sul totale nazionale.

Nel corso degli anni la selezione ha portato alla ricerca di razze che fossero fruttuose nella produzione di latte, tenendo conto anche della diverse caratteristiche del prodotto che può variare a seconda della razza.

Il latte di capra, che nell’insieme costituisce l’1% del lavoro complessivo nazionale, viene consumato fresco oppure lavorato per la produzione di formaggi.

Sebbene l’offerta di formaggi di capra in Italia registri numeri modesti rispetto a quelli prodotti da latte vaccino, si è registrato un importante incremento negli ultimi anni, soprattutto ad opera di piccole aziende casearie, all’interno delle quali la domanda di formaggi di capra o misti ha goduto di una crescita esponenziale.

Quali sono le migliori capre per la produzione del latte?

razze di capre da latteDi fronte alla moltitudine di razze, l’interrogativo che accomuna gli allevatori è sempre il medesimo: quali sono le capre migliori per la produzione di latte?

Bisogna innanzitutto sdoganare la convinzione che le capre di piccola taglia possano fornire una produzione di latte copiosa.

Vi sono alcune razze, come le nane tibetane, che ad oggi vengono allevate come animali da compagnia e senza alcuno scopo produttivo.

Quando parliamo invece di fruttuose razze caprine dobbiamo annoverare necessariamente la capra Camosciata delle Alpi.

Si tratta di una specie di dimensione medio – grande, oggi particolarmente diffusa proprio per la sua capacità di produrre elevate quantità di latte.

La Camosciata delle Alpi è originaria della Svizzera e in Italia è diffusa in Piemonte e Trentino-Alto Adige.

Questa razza vanta dai 300 ai 900 kg di latte per lattazione, con una ricchezza del 3,5% di grassi e del 3% di proteine. Proseguendo nelle rassegna di razze caprine di provenienza alpina, troviamo la Saanen, originaria anch’essa della Svizzera.

Questa specie, a differenza della Camosciata, vanta il fatto di essere tra le più selezionate al mondo grazie alla sua facile adattabilità a tutti gli ambienti e all’elevata fertilità e produttività. Non è difficile infatti immaginare il subitaneo successo avuto in Europa, America e Asia.

La produzione è notevole e infatti la Saanen si aggiudica il titolo di più grande lattifera fra le razze caprine. Bianca e slanciata, di circa 70 kg, le femmine registrano 1000 kg di latte per lattazione.

Un’altra razza caprina dalla spiccata produzione lattifera è la Maltese, una specie di tipo mediterraneo e originaria, come si evince dal nome, dall’isola di Malta e la cui produzione vanta fino a 600 kg di latte per lattazione all’interno del quale troviamo il 5% di grassi e il 4% di proteine.

Il fatto che venga scelta maggiormente per la produzione di latte è spiegato dalla sua adattabilità all’allevamento intensivo.

Una razza rustica svizzera, molto simile alla Saanen e  largamente diffusa per la produzione lattifera è la Toggenburg, che prende il nome dall’omonima valle di cui è originaria.

Questa oltre ad essere considerata la razza più antica al mondo ha il vanto di produrre un’elevata quantità di latte a basso contenuto di grassi.

In linea generale tutti gli allevatori le cui intenzioni siano quelle di scegliere delle razze caprine da latte possono puntare sulle svizzere: in particolar modo le già citate Camosciata delle Alpi, Saanen e Togenburg, alle quali va affiancata la specie Appenzell, originaria dei due cantoni di Appenzell e le cui caratteristiche sono molto simili alla tanto amata quanto produttiva Saanen.

A seguire troviamo una serie di razze caprine dalla buona produttività, che non si aggira alle quantità sopra indicata ma costituiscono comunque un ottimo investimento per gli allevatori: prima tra tutte la razza Jonica, originaria della Puglia e la cui nascita è dovuta a un incrocio con la razza Maltese.

Il miglioramento genetico ottenuto nel corso degli anni ha fatto sì che questa specie arrivasse a produrre circa 350 kg di latte a lattazione.

Un’altra razza che vanta una buona produzione di latte  è la Gingerntana, una specie antichissima derivata probabilmente dalla Falconeri o Markor e la cui origine si registra in Asia Occidentale. La caratteristica principale per riconoscere questa varietà è la forma delle corna, che si presentano dritte e a spirale.

La capra Gingertana è allevata principalmente in Sicilia (come si evince dal nome che rimanda alla città di Girgenti), e in Calabria e vanta una produzione di latte che si aggira intorno ai 450 kg a lattazione. Tra le capre da latte diffuse e della cui produzione è attualmente molto attiva in Italia, ci sono la sarda, una specie autoctona della Sardegna e largamente diffusa in tutti gli allevamenti italiani.

Questa capra è frutto di diversi incroci selvatici ed è una razza estremamente rustica, caratteristica che le permette di ambientarsi facilmente in quasi tutti gli habitat. La produzione di latte varia dai 160 ai 230 kg a lattazione.

Infine la capra garganica, di tipo mediterraneo e originaria del Gargano, da cui deriva il nome, che produce circa 100 kg di latte per lattazion,e contenente il 4 % di grassi e il 3,8 % di proteine.