Dopo commercio e costruzioni, il settore agricolo è quello che attira le attenzioni degli italiani in termini di investimento.
In questi ultimi anni c’è stato un vero e proprio di boom di nuove aziende agricole.
Nonostante la crisi infatti, il settore agricolo non ha visto flessioni, ma anzi un trend al rialzo.
I motivi sono forse da ricercare nella società moderna, i miti del posto fisso e della vita in città sono ormai morti, i giovani sono alla ricerca di un rapporto più vero con la vita, un ritorno alle origini per non disperdere il patrimonio agricolo del nostro paese.
Che se ne dica, l’Italia è un’eccellenza mondiale nella produzione agricola, siamo il territorio perfetto per prodotti di origine protetta, abbiamo una biodiversità agricola importante e un patrimonio secolare da difendere.
Certo, c’è la crisi, la concorrenza estera e le difficoltà burocratiche, tuttavia con passione e professionalità è possibile realizzare il sogno di cambiare vita e vivere all’aria aperta.
Ed è con l’intenzione di aiutare i giovani e meno giovani a realizzare i propri sogni che ho deciso di dare vita ad Aprire Azienda, un progetto editoriale dedicato a tutti coloro che hanno deciso di inseguire i propri sogni senza improvvisare.
Se vuoi diventare imprenditore agricolo, devi capire innanzitutto quali sono i requisiti per aprire un’azienda agricola.
Dall’idea alla pratica
Per avviare un’impresa agricola serve un imprenditore agricolo professionale, cd. IAP, figura nata nel 2004 con il D.Lgs. n.99 del 29 marzo 2004 successivamente modificato dal D.Lgs.n. 101/2005.
Ma quali sono le caratteristiche dell’imprenditore agricolo?
L’Imprenditore Agricolo Professionale, è colui che possiede conoscenze e competenze professionali nel settore agricolo, i cui requisiti devono essere certificati dalle regioni.
Per ottenere l’attestazione di I.A.P. il soggetto deve quindi possedere i seguenti requisiti:
- Conoscenze e competenze professionali:
Diploma di Laurea in Scienze Agrarie o Forestali o affini.
Esercitare l’attività agricola da almeno 3 anni e/o aver frequentato corsi di formazione professionale in Agricoltura, la cui durata e frequenza è variabile da regione a regione.
- Requisiti di reddito
L’attività agricola deve essere esercitata per almeno il 50% del proprio tempo di lavoro complessivo e 50% del proprio reddito complessivo da lavoro (25% nelle zone svantaggiate).
Nelle società di persone, almeno uno dei soci devi avere le giù citate caratteristiche.
Nella legislazione italiana, l’imprenditore agricolo (art. 2135 cc) e l’imprenditore commerciale (art. 2195 cc) sono le due categorie di imprenditori che il codice distingue in base all’oggetto dell’attività.
La distinzione è importante perché le due categorie sono disciplinate in maniera differente. Mentre lo statuto generale dell’imprenditore si applica anche all’imprenditore agricolo, quest’ultimo ha alcune agevolazioni consetite dalla legge come ad esempio l’esonero della tenuta delle scritture contabili, non è assoggettato al fallimento ed alle procedure concorsuali, mentre è tenuto all’iscrizione nel registro delle imprese.
L’imprenditore agricolo gode quindi di un trattamento speciale riconosciuto per legge rispetto all’imprenditore commerciale. Queste agevolazioni rientrano nel quadro della legislazione speciale nel comparto agricoltura che lo rende idoneo a tutta una serie di finanziamenti e trattamenti speciali rivolti al settore agricolo.
L’Unione Europea infatti ha stanziato dei fondi speciali per lo sviluppo delle attività agricole nel territorio comunitario, Italia compresa.
L’area che delinea la disciplina dell’imprenditore agricolo è stata di recente significativamente ampliata per effetto della sostituzione dell’originaria nozione di imprenditore agricolo ad opera dell’art. 1 del d.lgs. 18-5-2001, n. 228.
Il testo originario dell’ art. 2135 cod. civ. stabiliva che «E’ imprenditore agricolo chi esercita un’attività diretta alla coltivazione del fondo, alla silvicoltura, all’allevamento del bestiame e attività connesse» (1o comma); e specificava poi il 2o comma dello stesso art. 2135 che «si reputano connesse le attività dirette alla trasformazione o all’alienazione dei prodotti agricoli, quando rientrano nell’esercizio normale dell’agricoltura».
Le attività possono perciò essere distinte in due grandi categorie:
a) attività agricole essenziali;
b) attività agricole per connessione.
Questa riforma ha di fatto rivoluzionato il settore agricolo permettendo all’azienda agricola di ampliare il proprio raggio d’azione.
In passato infatti erano considerate attività agricole solo le attività direttamente collegate alla lavorazione del fondo agricolo, mentre ora si sono aperte nuove opportunità.
L’esempio classico di attività collaterali per le aziende agricole è ad esempio lo sviluppo del settore agrituristico.
Se l’azienda agricola rispetta i requisiti, può infatti diversificare le entrate aprendo le porte della propria azienda ai turisti che in cambio riceveranno un’esperienza di viaggio unica e differente rispetto al classico hotel di città.
L’apertura ad attività connesse ha inoltre permesso alle aziende agricole di aprire nuovi mercati, basti pensare la produzione di birre agricole, marmellate ed altri prodotti a chilometro zero.
Storicamente, si considerano le attività agricole essenziali quali la coltivazione del fondo, la silvicoltura e l’allevamento del bestiame.
Dal dopoguerra in poi, il settore agricolo ha subito una profonda evoluzione anche grazie al progresso tecnologico modificando il settore agricolo.
Se da una parte le grandissime aziende agricole hanno mecannizzato la produzione, dall’altra i piccoli imprenditori agricoli devono differenziare la loro offerta commerciale per sopravvivere sul mercato. Ed è proprio questa l’intenzione della modifica di legge, dare a tutti la possibilità di avviare un’azienda agricola.
Si può facilmente intuire inoltre che alcune attività agricole conseguenza della trasformazione tecnologica nell’agricoltura non erano adatte alla vecchia legge che prevedeva solo le attività tradizionali.
L’attuale formulazione dell’art. 2135 cc ribadisce infatti che «E’ imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse». Ed è proprio dall’aggiunta di “attività connesse” che ha rivoluzionato il settore.
Chi può aprire un’azienda agricola
Nella legislazione italiana sono presenti tre figure imprenditoriali legate al settore agricolo:
- l’Imprenditore Agricolo (IA) – colui che esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse, secondo la definizione dell’art. 2135 del codice civile come modificato dal D. Lgs n.228/01.
- l’Imprenditore Agricolo Professionale (IAP) – l’art. 1 del D.Lgs n.99/04, ha sostituito l’“Imprenditore Agricolo a Titolo Principale” (IATP) con la figura dell’“Imprenditore Agricolo Professionale” (IAP) in ogni riferimento di legge. Per definizione, è IAP colui che, in possesso di adeguate conoscenze professionali, dedica alle attività agricole, di cui all’art. 2135 del codice civile, direttamente o in qualità di socio di società, almeno il 50% del proprio tempo di lavoro complessivo e ricava dalle medesime attività almeno il 50% del proprio reddito globale da lavoro. Nelle zone svantaggiate (riconosciute ai sensi dell’art. 17 del Reg. Ce 1257/99) è sufficiente il 25%.
- il Coltivatore Diretto (CD) – si dedica direttamente e abitualmente alla coltivazione del fondo e al governo del bestiame, sempre che la complessiva forza lavorativa del nucleo familiare non sia inferiore ad un terzo di quella occorrente per le normali necessità della coltivazione del fondo e per l’allevamento ed il governo del bestiame, così come disposto dalla L. 604/54, e successive modificazioni dalla L. n.454/61, nonché dall’art. 2083 del codice civile.
Requisiti azienda agricola
Ci sono dei requisiti da seguire se si vuole aprire un’azienda agricola.
Innanzitutto la tipologia dell’attività e cioè che devi coltivare il fondo, allevare animali e attività connesse.
Pertanto, dovrai per forza possedere o affittare un fondo agricolo. Molto importante è la dimensione del fondo in rapporto al tipo di attività svolta che insieme andranno a definire il monte ore lavorate per garantire il tuo status di imprenditore agricolo.
In Italia, per determinare l’ampiezza di un’azienda agricola e il tempo dedicato all’attività, si usa il termine di giornate lavoro necessarie per una determinata attività agricola e non in valore assoluto dell’estensione.
Questo calcolo è effettuato tenendo conto l’alta variabilità del tempo necessario alle varie lavorazioni.
Per farti un esempio concreto, un ettaro di terreno lavorato a mais non necessita delle stesse cure in termini di tempo di un ettaro coltivato a frutti di bosco perchè quest’ultima coltura, a parità di ettari coltivati, necessita di molte più ore lavoro.
In questo modo, si cerca di standardizzare le dimensioni di un business agricolo mettendo in relazione le giornate lavoro necessarie per una determinata coltura.
Lo stato italiano ha redatto delle tabelle standard dove vengono stimate le giornate lavoro necessarie per lavorare un ettaro di terreno adibito ad una determinata attività agricola.
Passi per aprire un’azienda agricola
Dall’idea alla realizzazione, ci sono alcuni passi da compiere per dare vita al proprio sogno imprenditoriale. Ho deciso di dare forma ad un testo completo per aiutare tutti coloro he vogliono mettersi in proprio nel settore agricolo.
La creazione di un testo sotto forma di ebook si è resa necessaria in quanto si doveva necessariamente ampliare le informazioni che si possono trovare in rete e dare una forma ordinata al testo.
Se vorrai, su Azienda Agricola 2.o verrai accompagnato in tutti i passi per realizzare un’impresa agricola. Per il momento, in questo articolo voglio solo ricordare che i passi per aprire un’azienda agricola sono pressoché identici alla creazione di una normale attività.
La differenza è solo nella diversa collocazione dell’attività degli appositi registri.
La registrazione dell’azienda agricola infatti passa comunque per lo sportello Comunica. Qui trovi le info.
Requisiti per azienda agricola: considerazioni finali
I requisiti burocratici per aprire un’azienda agricola sono facilmente ottenibili, ma come marketer voglio farti riflettere su un altro aspetto dell’impresa agricola.
Sei pronto per affrontare questo progetto dal punto di vista globale del tutto? Sei pronto a passare dalla produzione alla vendita con disinvoltura, sei disposto ad impegnarti per ottenere un nuovo punto di vista che ti permetta di diventare un imprenditore di successo?
Non basta saper produrre un prodotto di qualità, bisogna anche farsi capire dal cliente che il proprio prodotto è superiore a quello della concorrenza.
Certo, alla lunga quello che conta è il vero passaparola, quello che che si genera solo con la qualità, ma non dimenticare che i primi tempi sono sempre i più duri.
All’interno di Azienda Agricola 2.0 trovi un metodo rivoluzionario di imprenditoria che ribalta i concetti tradizionali e ti mette di fronte a nuove realtà e nuove opportunità.
Leggi anche: aprire un’azienda agricola
Ciao Alessandro, incontrare il tuo blog stamattina mi mette di buon umore e ti trovo partendo da una ricerca sulle potenzialità colturali di un terreno argilloso. Sto valutando seriamente, per volere e ‘dovere’, l’idea di aprire una azienda agricola: terreni di famiglia che non possono più essere gestiti dal gloriosissimo agricoltore di casa (mio padre, ritrovatosi gravemente invalido) impongono scelte e valutazioni nuove. Il tuo ebook sarà manna dal cielo. Parto da zero: altri studi, altri interessi, altre esperienze lavorative (laureata in lettere, attualmente precaria come guida turistica in formazione), ma amante della libertà che voglio iniziare a ‘coltivare’ seriamente. A presto.
Grazie Tiziana 🙂
Molto interessante!!!!!
vorrei sapere se si può essere imprenditore agricolo svolgendo un’attività professionale già con partita iva. In questo caso x esempio producendo miele quanto deve essere il monte ore e i terreni da possedere? Grazie mille. Anna vitali