Tra le informazioni più importanti che è necessario inserire all’interno di un curriculum, le competenze del candidato ricoprono un ruolo di primo piano.
Esse in teoria dovrebbero avere a che fare solo con le sue esperienze di lavoro; tuttavia non è detto che ciò sia sempre possibile, e quindi si può anche fare riferimento a circostanze extraprofessionali.
Le competenze principali possono essere distinte in adattive, trasferibili e professionali.
Queste ultime corrispondono a capacità di tipo tecnico, abilità peculiari di uno specifico ambito commerciale o aziendale: in quanto tali presuppongono un addestramento ad hoc o una formazione particolare.
Le competenze trasferibili, invece, sono quelle che sono state apprese in un determinato contesto di lavoro ma che comunque possono essere traslate in ambiti aziendali differenti.
Le competenze adattive, infine, sono difficili da misurare o addirittura da definire, dal momento che fanno riferimento soprattutto a caratteristiche soggettive della personalità e non a una specifica formazione.
Quali sono le competenze trasferibili?
Per fare un esempio di competenze trasferibili è possibile menzionare le abilità di scrittura e di lettura, che consistono nella capacità di sintetizzare una certa quantità di informazioni scritte per poi riproporle in un documento nuovo.
Gli obiettivi a termine, invece, hanno a che fare con la capacità di lavorare in tempi precisi, o comunque sostenendo la pressione di scadenze strette e inderogabili: non è detto che tutte le aziende richiedano questa competenza, ma di sicuro è un plus che risulta apprezzato in molteplici contesti.
Le competenze informatiche e quelle commerciali
Proseguendo nella rassegna delle competenze trasferibili occorre citare quelle informatiche: si pensi alla capacità di utilizzare il computer o di usare questo o quel programma.
Le competenze commerciali, poi, sono particolarmente ambite in campo finanziario, dove c’è bisogno di professionisti che siano in grado di gestire i fatturati, che abbiano un certo intuito per gli affari e che si occupino con consapevolezza delle entrate e delle uscite delle imprese. Infine, ci sono le competenze di management, quelle tipiche dei dirigenti.
Le competenze tecniche e professionali
Decisamente più semplice è identificare le competenze professionali e tecniche, che non sempre possono essere sfruttate in un settore aziendale differente rispetto a quello in cui sono state acquisite.
Ma ecco cosa si intende per competenze tecniche nel cv: si tratta di capacità specifiche per un determinato ambito. Ecco che la capacità di effettuare delle riparazioni meccaniche non serve in aziende che si occupano di tutt’altro, così come chi ha competenze eccellenti in ambito infermieristico non potrà far altro che trovare un lavoro nel settore sanitario.
Certo, un bravo infermiere vanta abilità organizzative e capacità di lavorare sotto stress: ma si tratta di competenze trasferibili e non tecniche.
Come è facile intuire, le competenze tecniche e professionali sono più o meno numerose tanto quanto sono numerosi i lavori che si possono svolgere. Esplorare aree di lavoro differenti rispetto a quelle a cui si è sempre stati abituati può offrire uno stimolo per introiettare nuove competenze di questo genere: nulla vieta, insomma, di frequentare un corso di formazione di un ambito professionale del tutto diverso e inedito.
Le competenze adattive
La tenacia, la creatività, il lavoro di gruppo, la capacità di adattamento: sono alcuni esempi, tra i tanti che sarebbe possibile menzionare, di competenze adattive che meritano di essere citate in un curriculum. Sempre che se ne sia realmente in possesso, ovviamente, perché sarebbe davvero squallido – oltre che inutile – millantare di avere capacità di cui non si dispone.
Ma perché tali doti sono così importanti?
Pensiamo, per esempio, alla prima che abbiamo menzionato, vale a dire la tenacia: essa è fondamentale per non abbattersi di fronte alle difficoltà che si potrebbero palesare nel caso in cui non si fosse in grado di raggiungere gli obiettivi prefissati, ma anche per arrivare a soluzioni di problemi che richiedono uno sforzo superiore alla media.
La creatività, la positività e la lealtà
Ci sono specifici ambiti professionali in cui la creatività è una peculiarità di cui non si può fare a meno. Questa dote è frutto del talento ma va anche coltivata e sviluppata: non tutti ne sono in possesso, e quindi se si è così fortunati da averla perché non menzionarla nel proprio cv?
Lo stesso dicasi per la capacità di adattamento, che può essere intesa anche come flessibilità: un’esigenza che si palesa in quasi tutti i contesti di lavoro, ma a cui non tutti riescono ad adeguarsi.
Ancora, vale la pena di far riferimento all’ottimismo e alla lealtà: essere positivi e saper vedere il bicchiere mezzo pieno anche nelle situazioni di crisi è una dote da non sottovalutare, così come la fedeltà, che si può tradurre nell’aver lavorato sempre nello stesso posto per molti anni di seguito. Attenzione, però, a evitare che tale circostanza possa essere fraintesa per una certa pigrizia o, ancora peggio, inerzia.
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