Un articolo esaustivo su come allevare polli in maniera professionale e redditizia. Se cerchi informazioni per aprire un allevamento di polli, leggi tutto l’articolo. Buona lettura!!!
Da diversi anni ormai su Aprire Azienda mi occupo di micro imprenditoria agricola perché penso che questo settore, nonostante i problemi, possa crescere e prosperare.
Tuttavia, per farlo, il piccolo imprenditore agricolo deve potenziare l’immagine dell’azienda curando il branding e il messaggio che offre alla potenziale clientela.
Il mondo della piccola imprenditoria agricola italiana infatti deve puntare proprio su questi aspetti strategici per poter prosperare in un mercato dominato dalla produzione intensiva industriale.
Ma il mondo sta cambiando, ci sono sempre più persone attente non solo alla qualità del cibo che porta in tavola, ma anche e soprattutto alla sostenibilità della produzione e del benessere degli animali.
Non c’è certo bisogno di ribadire le atrocità indegne che avvengono nei grandi impianti di produzione avicola dove il rispetto per gli animali non è nemmeno preso in considerazione, un sistema produttivo malato dove conta solo il profitto economico.
Il mancato rispetto dei diritti degli animali di vivere una vita salutare si rispecchia anche e soprattutto nella qualità dei prodotti che ne derivano.
Se hai mai provato un pollo ruspante, sai bene di cosa parlo. Tutto questo si rispecchia anche nella salute del consumatore.
E’ certo che un pollo cresciuto ammassato con altri polli che non hanno mai visto la luce del sole, che non hanno mai toccato un prato verde e che hanno solo mangiato mangimi industriali non potrà mai essere cibo salutare.
Ed è proprio in questo punto che la piccola azienda agricola può e deve inserirsi per garantire un pollo che possa chiamarsi pollo.
I polli industriali si accrescono in maniera artificiale per circa 40 giorni prima di essere uccisi e messi sul mercato, un pollo ruspante che ha vissuto come un pollo invece necessita di diversi mesi prima di poter raggiungere una taglia commerciabile.
E questo i clienti lo sanno, o almeno iniziano a saperlo. Ed è qui che entri in gioco tu, il piccolo imprenditore agricolo che alleva polli all’aperto.
Il pollo domestico
Il pollo (Gallus gallus domesticus) che tutti noi conosciamo è un uccello addomesticato discendente dai galli selvatici originari dell’India che ancora oggi scorrazzano liberi.
Il processo di addomesticazione del pollo è antichissima, le prime evidenze di allevamento sono infatti datate a circa 7000 anni fa.
I polli domestici sono stati allevati da sempre per moltissimi scopi: per ricavarne carne, uova, piume, da compagnia, combattimento o ornamentale.
Il pollo è un animale onnivoro, quando vivono in libertà sono sempre alla ricerca di vermi, semi e insetti vari che ricercano e predano con il becco, tuttavia sono prevalentemente granivori, cioè si cibano di granaglie quali grano, mais, soia.
Una peculiarità del pollo è il fatto di ingerire anche il terreno dal quale ricavano importanti vitamine e minerali per il loro corretto sviluppo.
Specialmente importanti sono i minerali in quanto verranno utilizzati per la costruzione del guscio calcareo tipico della specie.
Sono animali gregari che vivono in gruppo e che rispettano la gerarchia: se nel gruppo c’è un gallo dominante, ci sono anche delle galline dominanti che vedono il loro ruolo predominare nel diritto di beccata rispetto alle altre.
In natura il pollo può vivere anche fino a 10 anni, le galline raggiungono invece il loro picco di produzione di uova nel primo anno di età per poi diminuire e fermarsi.
Anche se sono degli uccelli, i polli sono dei pessimi volatori che al massimo possono spostarsi per alcuni metri sbattendo le ali.
Nel corso dei millenni, si sono create molte razze di polli dalle caratteristiche diverse che le rendono più o meno adatte all’allevamento a seconda della tipologia di allevamento. Vediamo le principali.
Razze di polli da allevare
Il notevole interesse intorno all’allevamento del pollo domestico ha portato alla nascita di molte razze selezionate ognuna delle quali con caratteristiche specifiche.
Se attualmente le razze vengono specificate dalla provenienza geografica della stessa, nel corso degli anni si strutturò una classificazione determinata dalle dimensioni del pollo e dall’attitudine produttiva.
Per le dimensioni, abbiamo:
- razze nane (Chabo, Pechino, Bantam di Giava), di piccola taglia, raggiungono un peso medio di 0,6-0,9 kg e producono uova piccole;
- razze leggere ( Amburgo, Ancona, Lakenvelder, Livorno, Siciliana), dal peso medio di 1,2-1,6 kg e con scarsa attitudine alla cova, producono uova bianche;
- razze medio pesanti (Barnevelder, Australorp, Sussex), cioè intermedie, dal peso medio di 1,8-2,4 kg, rustiche e idonee all’allevamento all’aperto, producono uova dal guscio colorato, hanno buona attitudine alla cova;
- razze pesanti (Cocincina, Brahma, Jersey Giant),che per la loro sedentarietà non possono essere allevate al pascolo.
Se le suddividiamo per attitudine produttiva abbiamo:
- razze da uova (Livorno, Ancona, Amburgo);
- razze da carne (Jersey Giant, Valdarnese, North Holland Blue);
- razze miste (New Hampshire, Rhode Island, Plymouth rock);
- razze ornamentali (es. Cocincina, Brahma, Phoenix e tutte le Bantam)
- razze da combattimento (es. English Game, Combattente di Bruges,).
Il piccolo imprenditore agricolo deve idealmente scegliere razze autoctone, cioè razze avicole locali o adattate, che presentano come caratteristiche fondamentali la rusticità, l’attitudine al pascolo e un accrescimento medio o lento, a vantaggio della loro salute e della qualità delle loro carni.
Le razze rustiche locali hanno inoltre una resistenza maggiore alla vita all’aria aperta e alla malattie avicole.
La scelta delle razze locali è necessario perché il piccolo allevamento deve assolutamente differenziarsi dai prodotti industriali di qualità inferiore.
Le industrie hanno selezionato razze cosmopolite ad alta produttività con minori esigenze ecologiche come ad esempio la minore predisposizione al pascolo, e minore aggressività tra individui.
I polli sono infatti animali sì sociali, ma che hanno bisogno dei loro spazi individuali.
Negli allevamenti biologici all’aperto questi spazi vengono rispettati, mentre negli allevamenti intesivi gli animali vivono ammassati in piccoli spazi dove i cicli vitali vengono completamente sconvolti.
Basti pensare che per aumentare la produzione si usano cicli di luce buio di 2 ore per forzare l’animale a mangiare.
Differenze tra galline, polli e galli
Agli occhi dei meno esperti, tutti i termini comuni che indicano la stessa specie possono trarre in confusione il lettore meno esperto.
Come imprenditore agricolo avrai il compito di educare la tua clientela verso la scelta giusta spiegando loro quali prodotti hai da offrire.
Le differenze di nomi riguardano essenzialmente sui due aspetti dell’animale e cioè l’età e il sesso.
Pulcino e pulcinotto
Esemplari appena nati fino a 40 giorni circa, periodo in cui è difficile, se non impossibile, determinare il sesso dell’animale.
Pollo o pollastro
Maschio di 40 giorni fino all’età della maturità sessuale che avviene intorno all’anno di età. Solitamente si arriva a 1,5 chili di peso. Negli allevamenti estensivi il pollo viene macellato dopo circa 6-8 mesi, mentre in quelli industriali solo dopo 40 giorni.
Pollastra
Femmina di 40 giorni fino alla maturità sessuale che avviene intorno ai sei mesi di età.
Gallina e Chioccia
Esemplare femmina in età riproduttiva che dura dai sei mesi fino ad un anno di età. La gallina diventa chioccia quando fa la cova delle uova fecondate per generare il pulcino.
Galletto, gallo e cappone
Dove il galletto è il gallo giovane, il maschio adulto si chiama gallo e come si dice in campagna, è il re del pollaio 🙂 Il pollo diventa gallo dopo il primo anno di età. Il cappone è il gallo castrato.
La storia della pollicoltura in Italia
Fino al 1800, in Italia l’allevamento dei polli era confinato all’interno delle economie domestiche della famiglie. Con la crescente rivoluzione industriale, e con il conseguente spostamento delle persone dalla campagne alle città, gli allevamenti professionali iniziarono a svilupparsi.
Dopo la seconda guerra mondiale, in contemporanea con il boom economico degli anni 60, la produzione avicola in Italia vide una crescita esponenziale che portò alla nascita di diversi colossi italiani.
Il mercato da allora è dominato da questi grandi gruppi, tuttavia, specialmente in questi ultimi anni, la tradizione dei piccoli allevamenti sta tornando al centro dell’attenzione dopo le numerose denunce da parte di gruppi di animalisti circa le indegne condizioni di vita dei polli.
Recente sono i problemi legati all’influenza aviaria, alle uova inquinate da fipronil e polli alla diossina.
Questo e altro ancora ha portato al rinnovato interesse dei piccoli allevamenti di polli all’aperto, magari biologici, che garantisce il massimo benessere per gli animali e la sicurezza per i consumatori.
Specialmente con il metodo biologico, si à visto che la carne di pollo ruspante contiene delle sostanze di sostanze nutraceutiche, cioè sostanze che hanno una funzione benefica sulla salute umana come carotenoidi, polifenoli, ferro, la vitamina E, gli acidi grassi omega-3.
Ed è proprio questo il segmento di mercato che il piccolo imprenditore deve conquistare.
Come avviare un allevamento di polli all’aperto
Idealmente, la situazione ottimale per gestire una piccola azienda agricola è quella di attività miste che comprenda campi coltivati a cereali, ortaggi, foraggi, alberi da frutta o piccoli frutti, integrati con un allevamento di polli da carne, di galline e altri animali da cortile.
Molte aziende agricole inoltre svolgono l’attività di fattorie didattiche con bambini e adulti così da rafforzare il legame con il cliente e con le future generazioni.
Attraverso l’educazione infatti si può e deve insegnare un modello di sviluppo sostenibile e rispettoso per animali e ambiente.
Un’azienda multifunzionale ha diversi vantaggi quali la riduzione dei costi per l’alimentazione dei polli e soprattutto per il ristabilire di antichi legami tra animali e terra.
Le coltivazioni infatti sono fonte di approvvigionamento nutrizionale per gli animali che si allevano, i quali producono deiezioni (pollina) che vengono impiegate per il mantenimento della sostanza organica del suolo, e quindi della fertilità.
Il ciclo ecologico che si apre e si chiude all’interno dell’azienda stessa.
Esistono dei protocolli da seguire se si vuole rispettare il ciclo biologico come ad esempio il non uso dei pesticidi chimici e il rispetto del numero di animali per ettaro,
Nel caso dei polli, la normativa indica come 580 polli da carne e 280 galline ovaiole per ettaro.
L’età minima di macellazione, per i polli da carne, secondo il regolamento che invita a preferire razze a lento accrescimento, è di 81 giorni.
Le aziende possono inoltre stipulare accordi con altre aziende biologiche vicine che vogliano acquistare la pollina per fertilizzare i propri terreni.
Il terreno occupato può essere ricoperto da semplice terra, pascolo, cespugli e frutteti così da offrire ampie possibilità di svago per l’animale che crescerà sano e forte.
Ci sono delle normative anche per gli spazi coperti di ricovero per la notte e il riparo che dovranno prevedere della aree dedicate alla cova, alla raccolta delle uova e al riposo degli animali.
La recinzione dei pascoli è di vitale importanza non solo per evitare la fuga dei polli, ma anche e soprattutto per proteggerli dai predatori quali lupi, volpe e faine. Molto importante è la chiusura notturna degli animali nel pollaio per evitare predazione.
La corretta alimentazione degli animali è di vitale importanza per il successo dell’attività. In un allevamento biologico di polli da carne il peso commerciale di 2-2,3 kg, scegliendo razze a lento e medio accrescimento, viene raggiunto in circa 120 giorni.
Pratiche burocratiche
L’Asl concede ad un cittadino privato che vuole il suo pollaio di allevare fino ad un massimo di 10 polli senza l’obbligo di ottenere alcun permesso a patto che si osservi alcune norme come la distanza minima dai vicini di almeno 10 metri che ovviamente dovranno essere destinati all’uso familiare.
Se vuoi vendere i prodotti, dovrai rivolgerti all’Asl per i dovuti permessi.
Se il numero di individui sono superiori ai 10, dovrai riferirti alla normativa del Decreto Legislativo 16 marzo 2006, n. 158.
La legge dice che dobbiamo recarci presso il servizio veterinario dell’Azienda USL competente per il territorio e compilare il modulo di “Richiesta di registrazione per le aziende di allevamento presso i servizi veterinari delle aziende sanitarie locali” dove andranno indicati nome del proprietario, l’indirizzo di ubicazione del pollaio, il numero di animali che si intendono allevare per ogni specie e la finalità dell’allevamento.
Al di sotto dei 250 capi infatti si può dichiarare il pollaio come domestico e non commerciale.
Se non superi i 250 all’anno, l’allevamento può essere considerato come per autoconsumo e quindi non c’è bisogno di aprire un’attività.
Un piccolo allevamento che supera tale cifra è considerato un’ attività commerciale a tutti gli effetti.
Se non hai esperienza, è consigliabile iniziare come amatore per l’autoconsumo. Per ulteriori informazioni su come aprire un’azienda agricola, leggi l’articolo.
Allevare polli: considerazioni finali
Spero che questo lungo articolo sia stato di aiuto per il tuo progetto di allevare polli. Scrivo con piacere questi articoli perché il mondo ha bisogno di piccoli allevamenti sostenibili piuttosto che grandi lager industriali dove tutto è rispetto tranne la dignità degli animali.
Non sono contrario al consumo di carne, ma sono assolutamente contrario al modello di sviluppo attuale dove il profitto è la sola cosa che conta e che non guarda in faccia niente e nessuno.
Non vedo il motivo di produrre un surplus di carne in maniera vergognosa per poi buttarla perché magari scaduta sui bancali di un supermercato.
Promuovo giorni della settimana senza cibi animali, la riduzione dei consumi è necessaria per noi e per l’ambiente e quella poca carne che consumiamo dovrebbe essere prodotta in piccoli allevamenti a terra dove gli animali possono vivere una vita serena prima del loro sacrificio.
Dobbiamo superare gli allevamenti intensivi e lo faremo.
Alessandro
Sei stato molto chiaro nell’esporre l’argomento grazie. Sto pensando ad aprire per adesso un piccolo allevamento di polli da uova bio cioè allevate all’aperto.Successivamente sè va bene aggiungo l’allevamento da carne.
Ho cominciato nel 77 a interessarmi al biodinamico e biologico ed all’allevamento dolce fino a farne la mia vita. Vedere giovani che hanno fatto loro quel modello riconoscente al pianeta che ci ospita, mi riempie di gioia! Grazie a te Alessandro per il tuo impegno, e a tutti gli esseri di buona volontà.